08/12/22

L'otto mattina


È la prima giornata di sole di dicembre. Che giorno è oggi? L’otto. Fuori è festivo. Sono le undici. Il sole è quasi fastidioso; abbasso la serranda a metà. Prendo la gabbietta. Stacco i ganci, tolgo il foglio di giornale costellato di cacche. È la pagina dei necrologi. Elsa: si è spenta serenamente a 96 anni. Maurizio non è più tra noi, anni 36. Giordana ha concluso il suo viaggio terreno, anni 76, si ringrazia il reparto di Ematologia. Maurizio, anni 36. Che bella faccia che avevi. Più tardi ti cerco sui social. Voglio scoprire chi fossi, perché sei morto. Avevo 36 anni anch’io quattro anni fa. Avevi una vita che valeva la pena di essere vissuta? Una vita che vive, Maurizio? Tolgo la mela fradicia, pulisco le pareti della gabbia con una pezza intrisa d’acqua. Ciccino saltella contento e pigola. Tolgo la prima mangiatoia. Soffio sui tegumenti che volano e sporcano il lavandino. Metto i semi nuovi. Ciccino, non avere fretta, scostati! Mi mordicchia un dito. Va sull’altalena. Riempio l’altra mangiatoia di pastone. Fa un buon profumo, sembra biscotto plasmon. Rimetto la gabbia nella sua base. Ciccino mangia i semi, poi un pezzetto di mela. Riposiziono i ganci. Metto la gabbia sul davanzale. Riapro la serranda. Ciccino cinguetta, poi si libera nel suo canto, dondolandosi sull’altalena. Metto su la moka. Google. Maurizio anni 36 morto Verona. Facebook. Ingegnere informatico, due bimbi di tre e sei anni, Carla, la moglie, occhi grandi e chiari, la gita a Monaco, il matrimonio, invitati, riso, rose bianche e gialle, un bacio, il mare coi bimbi piccoli. Il bello di vivere da soli è che puoi piangere quando e quanto cazzo di pare. Ciccino fa il bagnetto nella vaschetta pulita. Arruffa le piume, le gocce mi arrivano in faccia, si mescolano con le lacrime.

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