16/09/21

Bisogni

Maura insiste a chiamarmi e io chiudo. Mi manda un messaggio.

‘Ho telefonato alla Rinascente. Non sei ancora andato. Voglio entro mezz’ora la foto di te che indossi le robe nuove e la coppola’

Non rispondo.

Ho bisogno di una doccia. Mi sento sporco. Ho ascoltato l’inimmaginabile, come averlo visto, come fossi stato in quella stanza. Gli odori di quegli estranei sono in questa casa. Non mi disturbano, ma mi sento sporco.

Mi sono eccitato. Provo vergogna.

Cerco il numero di Ada nella rubrica telefonica.

“Ada di mamma”.

L’ho registrata così perché l’altra Ada è la truccatrice di “Buongiorno col sentimento”. È un programma del cazzo, ridicolo, con un format anni ’80, ci vado come ospite una volta a settimana, la produttrice è l’amante del direttore di rete. Tutto serve.

Ada, sei tu?

Ho pulito il bagno.

Lo so.

L’hai bevuto tu il succo?

Sì.

Lo sapevo.

So tutto.

Immaginavo.

Ero lì

E allora?

Io…

Io cosa, Ada? Che cazzo t’è venuto in mente di fare di casa mia?

Io ho biso…

Per favore Ada, chiudiamola qua.

Sei arrabbiato?

Rido

È assurdo.

Sono poche persone, fidate.

Fidatissime, direi.

Rido ancora, non ce la faccio a incazzarmi come sarebbe giusto.

Adesso?

Adesso ti trovi un altro posto per esercitare.

Ci sei?

Posso venirti a trovare, se sei lì.

Lì dove?

A casa tua.

Sì, sono a casa ma voglio chiuderla qui questa storia, okay?

Mi dispiace.

Lo so che ti dispiace. Non piangere.

Va bene.

Da quanto va avanti questa cosa?

Da sei mesi.

Ti piace?

Ne ho bisogno.

Bisogno?

Sì.

Ah.

Poi, un giorno, ti spiego, se vorrai rivedermi.

Io non ce l’ho con te. Ce l’ho… ce l’ho con la vita.

Tu? Con la vita? Ma se sei bello e famoso.

Non è giusto che tu ne abbia bisogno di questa cosa. È uno scherzo della vita. Una cosa assurda.

I bisogni non sono assurdi. Ci sono, li ho.  Comunque ne vedo quattro in tutto. I due militari, il vicino, tanto lo sai ormai, e un disabile.

Un disabile?

Il ragazzo del terzo piano del palazzo di fronte.

Quello senza gambe?

Sì.

Oh.

Lo porta suo padre, che non mi ha mai sfiorata con un dito.

Ma gli funziona?

Sì, e anche bene. È un ragazzo dolcissimo.

È assurdo, veramente assurdo.

Mi sono innamorata del militare.

Il ragazzo o il capo?

Il ragazzo… ma tanto…

Tanto cosa?

Vengono per stare assieme, per, insomma… io sono una comparsa…

Il padre di quello del terzo piano ha due rosticcerie, se non ricordo male.

Sì.

Perché non vai a lavorare da lui? Chiediglielo.

Boh.

E il figlio com’è?

È diplomato, si è iscritto all’università, avrà uno o due anni meno di me.

È carino?

Sì.

Mi stai dicendo la verità?

Sì.

Vediamoci domani. Alla rosticceria accanto alla chiesa.

Okay

 

È irrefrenabile, in me, il desiderio di salvare le persone. Ada è una persona fragile. Il bisogno nella persona fragile è una crepa nell’anima. Ada non è una puttana. È una ragazza fragile.

Ci fosse qualcuno, porcocane, che accarezzasse la mia, di fragilità, che mi guardasse come sono, non come voglio apparire, come devo apparire. Ada ha il suo bisogno, ho già capito di cosa si tratta. Il mio? Il mio bisogno forse è quello di poter mostrare la mia fragilità, di non sentirmi a pezzi, distrutto, a causa di essa. Aiutare gli altri è un modo per attaccare i miei cocci, per non vederli, per dimenticarli. Sono un mosaico di cocci. Da lontano sembro unito, da vicino sono un insieme di crepe, di tagli, di rabberci.

2 commenti:

  1. Chi non avrebbe bisogno di mostrare le proprie fragilità? O di qualcuno che le percepisca senza far capire di aver capito. Perché insomma l'amor proprio innanzitutto. E chi intacca la corazza via da noi, lontano, sparisca per favore. Abbiamo bisogno di tentativi, si, ma che falliscano.

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