13/10/09

N O N A P R I T E Q U E L L A P O R T A !


Ricordo che fino a qualche anno fa, l’argomento clou era: “che tempo fa”. Chi non tollerava il silenzio in ascensore commentava il cielo plumbeo, il caldo insopportabile, la scomparsa delle mezze stagioni e roba simile.
Ieri, una signora, esaurito l’argomento tempo,  dato che qui è arrivato finalmente l’inverno senza se e senza ma, e perchè parlare del meteo non va più di moda, mi invita a scorgere con insistenza nel tetto dell’ascensore un’amabile zanzara spiaccicata da un’abile mano, deceduta da chissà quanto tempo. “Vedi, qualcuno si è divertito a schiacciare questa zanzara!” mi dice la donna, tra l’indispettito e il divertito. Cosa rispondo, io, in quel momento? Giuro che mi sono trovato in imbarazzo. Io odio le zanzare. Forse lo zanzaricida avrebbe potuto togliere l’insetto dal tetto, che ne so, forse avrebbe potuto raccoglierlo in un tovagliolino e celebrare un requiem. Boh? Sinceramente l’assassino ci ha pure fatto un favore. Non è bello farsi quei 40 secondi di ascensore con una famelica zanzara. Puoi lottare quanto vuoi ma quella, prima o poi ti becca sul collo. Essere intelligentissimo, essere maledetto. Cosa ho risposto? Ho risposto con un “Vedo. Poverina…cavolo che mira! Beh, il tizio poteva anche toglierla! Arrivederci!”. Per fortuna siamo arrivati al piano terra e si sono aperte le porte della libertà. La zanzara oggi è ancora lì semimummificata ma dietro lo sguardo ambiguo della donna si celava, forse, il vero autore dell’esecuzione. Chissà.

In ascensore, ti bastano 20 secondi e capisci chi hai di fronte. Soggetto con sguardo basso: evitante. Meglio star zitti. Soggetto che guarda l’orologio una volta per piano: ossessivo-compulsivo. Di sicuro. Soggetto che prende il cellulare e scorre con finto interesse i messaggi o chissà cosa? Evitante/narcisista.
Soggetto che, accompagnato da un bambino, non degna di uno sguardo l’interlocutore e comincia a pettinare con le mani il piccolo, ad aggiustargli lo zaino, a mettergli i guanti se fa freddo, a chiedergli se ha preso il quaderno blu o i colori a spirito? Ansioso, senza dubbio. Il bello è che di solito i bambini rimangono fermi, impassibili di fronte alle torture genitoriali, marmorei. C’è chi intavola una discussione col proprio partner ignorando il terzo incomodo, c’è chi parla col proprio cane ignorando il terzo incomodo, c’è chi parla da solo ignorando il terzo incomodo. In ascensore si è sempre più “incomodi”. C’è anche chi non si aspetta che l’ascensore si fermerà lì, proprio a metà corsa; magari fa le boccacce allo specchio cercando di togliere l’ultimo cornflake dall’incisivo sinistro o tenta di terminare un intervento microchirurgico sul brufolo del naso e plaaammm, si apre la porta. Ulteriore imbarazzo. Come quando, in orari e giorni della settimana scientificamente randomizzati, prepari i tuoi due sacconi di differenziata, più il sacchettino coi resti del merluzzo della sera prima e incontri SEMPRE, MA PROPRIO SEMPRE, l’altolocata del piano attico o la coppia attempata di grigio vestita che con sguardo di pietà misto a disprezzo fissa i sacconi e poi la tua bella faccia sorridente d’imbarazzo. Profondo imbarazzo. Mi verrebbe da chiedere: “ Ma voi, dall’alto della vostra supponenza, il pesce, lo mangiate con le spine? E le patate, perdiana, le trangugiate con la buccia? E dov’è la vostra immondizia? Dove la tenete? Confessate. Uscite di notte, per sbarazzarvene? Si, ok, i sacconi neri non sono glamour, ma voi, dove la raccogliete la differenziata, nelle sportine Prada?
Inutile pensare al panico quando l’ascensore si blocca. Lì andrebbe fatto tutto un altro discorso sulla comunicazione e sulla condivisione forzata. Troppo complicato. Rimaniamo sull’argomento ascensore funzionante. C’è quella parte di genere umano del tipo: “B-u-o-n-g-i-o-r-n-o sussurrato/sguardo perso nella tabella del max 240 Kg, inattaccabili nel loro isolamento. Sono per lo più i “cravattati” e le signore cosparse di “Chanel n.5” dal rossetto sempiterno. Categoria: snob. Ieri, prima di addormentarmi ho detto a mia moglie: “Stamattina, hai visto che scena? Noi e la bimba sembravamo usciti dal Paese delle meraviglie, mentre, quei due, direttamente da un convegno di Confindustria”. Il bello è che la nostra bimba, molto socievole, per fortuna, ammiccava ai due cercando un contatto, almeno oculare. Nulla. Neanche un briciolo di interesse per la piccola, né “ciao” né “oh, che carino questo orsetto!” né “dove vai, amore, di bello con quello zainetto rosa?”. Gelo.
Devo anche ammettere, e concludo questo post inutile, che l’ascensore ci fa riflettere su quanto in questi ultimi anni la società sia cambiata in meglio. Assistiamo, infatti, ad un utilizzo più frequente di deodoranti e, soprattutto d’estate, mi capita più raramente di incontrare persone avvolte dall’inebriante, personale, originale, fragranza subascellare.
Quando chi condivideva con te lo stesso gabbiotto metallico, pur non proferendo parola, comunicava la parte più vera di sé. Altri tempi.

2 commenti:

  1. Ciao Bruno...ci sono..ti ho letto...
    quante verità...in questo post..
    .mi viene da sorridere e un po' di tristezza...sai...come è difficile...al giorno d'oggi "essere"...essere quello che siamo...perchè credo ancora che dentro ogni Uomo...ci sia del buono...basta "tirarlo fuori"...i difetti li abbiamo tutti...ma il Buono ...c'è...
    alle volte...devo dirti...mi scambiano un po' per "pazza" quando cammino per strada...e sorrido a qualcuno... o mi fermo a parlare con qualche persona sconosciuta...e credo che... anche le persone più ...diciamo "vip"...siano "sole"...nel senso più proprio del termine...tanta apparenza...ma molta solitudine...non dico sostanza...
    e sono sempre più convinta che se "tu"...ti predisponi...ad accogliere...e rischiare..nell'ascensore...come nella vita...ci siano delle sorprese inaspettate.
    A presto Vania

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  2. Grazie Vania! E' vero. C'è del buono e del bello in ognuno di noi. Siamo nati buoni. Questa è una delle mie poche certezze.
    W l'ascensore, dunque! E la comunicazione vera, all'aperto o al chiuso che sia, in un palazzo o al mare, al mercato o a scuola, al lavoro o in cucina.Ovunque. ciao!!!

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