
Dopo tanto tempo, in questo spazio, trovo un nuovo follower.
Benvenuto, Franco.
Non so perché tu abbia deciso di seguirmi, ti dico comunque che sono contento.
Sei capitato in una fase della mia vita di blogger un po' stagnante.
Da un lato, sto pubblicando a puntate un mio racconto lungo, in cui cerco di trasporre ciò che ho appreso in un corso di scrittura che ho seguito quest'anno.
Dall'altro, boh, non so, mi convince di più un social come facebook che è veloce, ha più utenti, la testimonianza è un'istantanea il cui valore si registra subito. O piaci, e sei subissato di like, o vieni ignorato.
Questo qui del blog mi pare il regno del silenzio. Non sai se e quanto tu sia seguito. Ci sono le statistiche ma quanto sono attendibili?
Nel silenzio, però, si possono ascoltare i piccoli rumori, le voci sommesse, i sussurri, i respiri.
Io questo spazio non l'ho mai veramente abbandonato. Ci sono affezionato non sai quanto.
Una consulente nella comunicazione strategica, in un periodo in cui m'illudevo di poter diventare famoso nella rete, chissà per quali meriti, poi, mi disse che questo blog era praticamente una ciofeca. Povero, anonimo. Mi suggerì di utilizzare wordpress. Così ho un profilo anche di là. Abbandonato. Questo rimane il mio posto silenzioso, dell'anima. Povero, anonimo e per questo libero.
C'è stato un periodo in cui i miei post erano molto letti e avevo tanti commenti.
Mi sentivo importante, utile.
Era il periodo successivo al mio matrimonio e a un trasferimento per lavoro. Mi sentivo solo, in una città che non era la mia, con un lavoro che non era tagliato su di me. Il blog fu la mia valvola di sfogo e capii che potevo incidere qualcosa nella vita degli altri. Ho messo a disposizione le mie competenze ma anche le mie fragilità, talvolta, quando avevo bisogno di consigli.
Ho incontrato alcune persone, qui, e alcune di esse sono diventate anche amiche non virtuali. Non ci siamo mai visti di presenza ma ci sentiamo al telefono. Sono state persone importanti nella mia vita. Una l'ho persa. A lei dedicherò un libro che sto scrivendo. Un'opera folle che mi ha impegnato negli ultimi cinque anni. Un thriller, una cosa che non so se sia una merda o una roba preziosa. La sto correggendo. Poi, chissà.
Nel frattempo, la mia famiglia si è ampliata. Ho quattro figlie, la più piccola ha quasi un anno, il lavoro è diventato più calzante, e scrivo molto su facebook, cazzate, perlopiù, oppure brevi riflessioni su una pagina "psicologica". Scrivere in rete per me non ha un valore commerciale. Mi sostengo economicamente col mio lavoro, un lavoro da dipendente e non ho bisogno di farmi pubblicità, questa è un'altra cosa che mi fa sentire libero di scrivere ciò che voglio.
La mia vita è come un treno regionale. Non è veloce, talvolta fa dei ritardi mostruosi, ma arriva a destinazione. Soprattutto, consente al passeggero, cioè io, di gustare ciò che attraversa. Sono molto attento a ciò che mi circonda, registro le cose più nascoste, i particolari dei paesaggi, i particolari delle persone. Ma non sono un precisino, o un paranoico, registro, tutto qui. E raramente serbo rancore se qualcuno mi offende. Registro e cambio aria, semplicemente.
Amo il tennis e sono un perenne principiante. Ultimamente c'è un tizio, bravo, che uscito da un infortunio, palleggia con me. Ancora non mi ha dato picche. Dice che gli piace giocare con me. O è pazzo, o è innamorato o è uno di quei visionari che scorgono il buono nelle persone anche se il buono non si vede mica tanto. Magari ha visto qualcosa di buono nei miei colpi. Forse nel dritto a sventaglio, che faccio decentemente.
Mi piace cucinare, poche cose, specie siciliane, perché pur abitando a Verona, io nasco a Palermo e credo morirò lì.
Canto discretamente. Mia nonna era convinta che sarei diventato un anchor man, un uomo di spettacolo. Suppongo che anche lassù non abbia smesso di sperarci.
Ecco, questo sono io.
Ti ringrazio per avermi scelto, e ti abbraccio.
Ne approfitto per abbracciare caramente chi viene qui a sbirciare. Non è un abbraccio ipocrita. Una volta scrissi che la cosa più onorevole per un uomo è entrare nella vita degli altri rispettandola. Ecco, chi mi legge è entrato nella mia e vi rimarrà.
Ciao, Bruno