24/03/10

effetto Michelangelo


'Sti scienziati scoprono la "carta vetrata liquida" (tipica folle esclamazione  metaforica del palermitano supponente, quando vuol svalutare una scoperta, una trovata di qualcuno; letteralmente: "miiinchia chiddu scuprìu a caitta vitrata liquida"). Detta a voce, credetemi, è assai più folkloristica.
Dicevo: taluni scienziati anglosassoni hanno scoperto che chi vuol bene ad un'altra persona fa di tutto per far emergere, dopo uno studio attento e sensibile del partner, le potenzialità di quest'ultimo.

Se io scopro che tu, partner, compagna, compagno, amico, amica, collega, etc. hai delle potenzialità inespresse, per il tuo bene e per il mio bene, dovrei fare in modo di munirmi di "scalpello", non per plasmarti a mia immagine e somiglianza ma per fare emergere il tuo VERO SE', ovvero il concentrato inespresso di potenzialità, passioni, creatività, pensieri ed emozioni svincolate da tabù o costrizioni sociali.
Mica una gran scoperta! Però, epperò, mica lo applichiamo tutti questo "effetto Michelangelo"...
Accanto a noi, spesso, facciamo in modo che ci siano soggetti compiacenti, blandenti, rassicuranti e rinforzanti il nostro "falso sè", ovvero quella sorta di maschera sociale che, per convenienza, ci siamo messi e su cui noi ci siamo identificati, sbagliando di grosso.
Perchè dentro di noi esiste una serie di potenzialità inespresse che solo chi ci ama può notare, perchè noi, ormai, mimetizzati nella nostra maschera, non le riconosciamo più.
Chi ci ama avrebbe il dovere di renderci felici e di farci sintonizzare con le nostre caratteristiche più profonde, quelle che, per venire incontro alle aspettative presunte degli altri e per sopravvivere in questo oceano di ipocrisie, abbiamo combattuto, rinnegato, dimenticato.
Dunque, scoperta assiomatica, direi. Niente di nuovo. Ma mi fa piacere che questa azione non di "modellamento" ma di "scoperchiamento" o di scoperta dei nostri tesori nascosti abbia un nome: "effetto Michelangelo" appunto.

10 commenti:

  1. Ciao Bruno, a 19 anni commisi il grande errore, dovuto alla mia giovane età, di voler cambiare l'innamoratissimo partner che avevo. E quando notavo che, nonostante i suoi sforzi, il poverino non cambiava lo lasciavo insoddisfatta. Ma il poverino piangeva disperato e prometteva di fare del suo meglio ed io mi lasciavo teneramente convincere. Come ripeto, ero giovane perché comunque cinque anni dopo lo lasciai, sempre per gli stessi motivi.
    Da quella mia prima esperienza in erba imparai una cosa fondamentale: le persone devono piacere così come sono, non si possono e non si devono cambiare.
    Da quella volta non commisi più quell'errore.

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  2. @Occhi blu, ciao!!! Voler cambiare il partner nelle sue caratteristiche profonde, è vero cara Occhi blu, è un errore, soprattutto quando l'altro non riesce a comprendere e a trovare in sè le qualità che noi cerchiamo, perchè non le ha. Ma cercare di far emergere doti, qualità, talenti, nel partner, quando siamo sicuri che li abbia e che, per noia, o abitudine, ha "addomesticato" e messi a tacere, questo mi sembra un "dono" che facciamo a chi è accanto a noi (convinto e innamorato/a, naturalmente) per aiutarlo a crescere, per sè, per la coppia, per la società. Grazie del tuo intervento cara Occhi Blu!! A presto!!!

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  3. Dipende se la persona interessata ha la voglia o meno di far emergere i suoi talenti perché se diventa una forzatura a mio avviso non va bene.
    Aiutare sì, ma rispettando lo spazio fisico e psicologico dell'altro/a.
    Io entro dentro il tuo spazio fino a dove tu me lo permetti, non fino a dove io ritengo giusto perché lo ritengo un "dono" che ti elargisco con generosità.
    Ciao

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  4. Non so, occhi blu...ma quando si parla di talenti, potenzialità di crescita, capacità, desideri... credo poco al "rispetto" dell'altro. Chi non fa emergere i propri talenti lo fa, secondo me, perchè in un recento o antico passato è stato obbligato a non farli emergere. Non è stata una scelta libera. Poi si autoconvince del contrario.
    E' un punto di vista, diverso dal tuo, vedo. Devo ammettere, però, che ogni relazione è diversa dall'altra e che ci sono troppe variabili ed "equilibri" in gioco. La forzatura, spesso, da un lato, è reprimersi per non dispiacere all'altro e, dall'altro, reprimere affinchè l'altro non spicchi il volo. Questo in amore come in amicizia. Chiamala gelosia o sfiducia o quieto vivere, fai te...
    Certo è che se io sto con una che canta come una capra inseguita da un cane e le dico: "secondo me sei la nuova Barbra Streisand" e la iscrivo a X factor e la faccio fare il Karaoke al villaggio turistico tra le pernacchie degli astanti...sì, questa è una forzatura ;) Ciao!!!!

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  5. Questione di punti di vista diversi ...
    Per me "forzatura" è ben altro!
    Tuttavia il discorso è troppo ampio per essere espresso in questa sede.
    Ciao

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  6. ...allora ...argomento molto difficile...credo che chi vuole bene ad un altra persona...compagno/amico ecc...non sempre sia in grado di far emergere i talenti dell'altro...ma non per "mancanza"...alle volte si prende per buono solo quello che è in "superficie" e non si rende conto che all'"interno" c'è di più.
    Io...posso dirti che credo di più nel fare lo scultore di noi stessi ...prima degli altri...poi in qualche modo..tutto ...In teoria...cioè ...nella mia Teoria...dovrebbe risultarne "qualcosa".
    Figurati...se riesco a modificare/scolpire/plasmare un altro individuo...che nemmeno Io..."per bene mi conosco e conosco le mie potenzialità....devo ...comunque...sempre nella mia "teoria"...dare il meglio di Me...e poi...chi vivrà ...vedrà.

    E poi...se fosse...vedere...se il tempo...che "Tu"...doni...sia una perdita solo di "tempo"...:)...perchè...solo con le persone che ti ascoltano...vale la pena...altrimenti è meglio farsi un giro all'ipermercato ...:)
    Ciaooo Vania

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  7. @occhi blu: ciao!grazie per il tuo riscontro, intanto. Io penso che questapossa essere la sede, invece. Sennò che scriviamo a fare? E poi il discorso si fa sempre più interessante. Cerco di esprimere meglio lamia posizione.
    Vado per punti, anche se non mi piace farlo, altrimenti scriverei la nuova Eneide.
    1. io sto con una o con uno. io sono amica di uno o una.
    2. abbiamo deciso che si sta insieme perchè mediamente si sta bene insieme e ci piacciamo
    3. condividiamo delle cose, delle esperienze, delle emozioni e ci conosciamo sempre di più
    4. il nostro volerci bene, a un certo punto, non si limita solo alla condivisione di quello che c'è, ma anche alla condivisione di progetti e di cose future.
    5. riesco a comprenderti profondamente e comincio a capire certi tuoi atteggiamenti e la loro possibile origine
    5. mi rendo conto che, al di là di quello che mostri agli altri e spesso anche a me, hai delle potenzialità e dei talenti, delle cose inespresse chiamiamole così
    6. chi cavolo sono io per riconoscerli? una persona che ti vuol bene e che, nonostante i tuoi punti di criticità, ovvero difetti, nota anche dei punti potenziali, di sviluppo
    7. te lo faccio notare, ti dico che forse non sei totalmente espresso e che secondo me potresti impegnarti in quella cosa o in quell'attività, perchè ne saresti capace. Oppure comprendo che al di là della "maschera" sociale che hai scelto per farti voler bene, c'è un background, un dietro le quinte di cui sei parzialmente consapevole e che, sintonizzandoti con esso, ne guadagneresti in soddisfazione personale e sociale...e poi, a me, quel dietro le quinte piacerebbe molto che tu lo rendessi pubblico e lo condividessi con me.
    STOP!!
    Non vedo forzature in tutto ciò quando alla base c'è il voler bene ad una persona. Non è "cambiare l'altro",perchè ame l'altro piace così com'è perchè ci sto assieme. E' "scoprire" l'altro ed aiutarlo a sintonizzarsi con le sue istanze più profonde.
    Così con i figli, credo, o con gli allievi di scuola etc.
    La forzatura è relativa, secondo me, al "tempo" in cui avviene la stimolazione, ossia, assodato che quello o quella le potenzialità ce le abbia davvero, al grado di maturazione delle stesse, al grado di fattibilità del nuovo percorso, della nuova sperimentazione. Se è troppo presto, con discrezione e delicatezza, la stimolazione deve essere sussurrata, ma se la persona è matura, deve essere strong, di petto, d'azione.
    Non è un gioco di forza, nè una violenza.
    Altra cosa è se la persona mi dice: "non me la sento. Non è quello che voglio fare.So che non è la mia strada". Amen. Ok. Era solo un suggerimento. Ma se dietro queste parole c'è rassegnazione e paura del giudizio o un senso d'inefficacia dovuta a convinzioni errate che si trascinano da tempo e nascono dal nostro passato, io "nuovo partner", nuovo soggetto della tua vita, ho il dovere, l'obbligo morale di scuoterti, dolcemente all'inizio, ma ho questo compito. Lo ritengo naturale, altruistico, conveniente per te e per la crescita della nostra relazione. Perchè, tra l'altro, anch'io voglio sentire la sensazione forte di essere "scoperto" ed aiutato ad esprimere i miei "tesori nascosti".
    Poi, se nel 99% delle coppie o delle relazioni ciò non succede, è un altro discorso...ti potrei portare molti esempi ma puoi immaginare quante persone sacrificano parti di sè solo perchè il partner non le vuole riconoscere (perchè le conosce e ne ha paura o invidia) o non le può riconoscere (perchè non è capace di riconoscerle).
    W l'effetto Michelangelo, dunque, secondo me.
    Ciao Cara Occhi Blu e grazie per la tua presenza e partecipazione!!! Bruno

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  8. @Vania: parole sacrosante le tue. Come faccio a "scolpire" e scoprire l'altro, se non mi sono ancora scoperto io? E' vero, bisogna essere abbastanza "espressi" e "scoperti" per far esprimere gli altri. Però se non si comincia mai, si resta al solito livello di condivisione. Rispetto alla tua ultima considerazione: naturalmente se il mio interlocutore non mi ascolta e non mi "sente" o non riesce a capirmi, è vero, è preferibile l'ipermercato. Talvolta è preferibile parlare con un manichino dell'Oviesse, moooolto più espressivo e comunicativo di tanti esseri umani deambulanti... ;)) Ciao!!!!

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  9. A me è capitato di sentirmi il Michelangelo della situazione. E non lo trovo nemmeno tanto strano. Se sei innamorata/o di una persona e hai una totale empatia con lui/lei come fai a non spronarla a tirar fuori tutte le sue potenzialità? E' cosa naturale, secondo me.

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  10. Angelo azzurro: sono perfettamente d'accordo. Ciao!!

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