20/07/10

Mino Damato. Un cavaliere e la tv dei mulini a vento.

Sono stato un ragazzino teledipendente. Mi nutrivo di tv. Di tutta la tv, dalle tribune politiche ai programmi dell'accesso che solo un paio d'anni fa ho capito che caspita fosse 'sto "accesso".
Dai cartoni animati che, devo ammettere, ancora oggi Heidi e l'Uomo Tigre li guardo volentieri, alle cartomanti che impazzavano sulle emittenti locali di Palermo. Magari ti ritrovavi la vicina di casa che, a corto di soldi, s'improvvisava sensitiva, noleggiava mezz'ora di emissione e ti diventava una star dell'occulto. "Signora ha la fattura, mi spiace, ci sentiamo in privato", "Si, suo figlio le darà grandi soddisfazioni", "ma mio figlio è in carcere!" "Beh, Signora mia, quando uscirà le darà tante soddisfazioni", "ma mio figlio ha la seconda elementare e gli hanno dato l'ergastolo!", "Signora, ha telefonato per romperci i cabbasisi o perchè vuole sapere il suo futuro?". Scene meravigliose che davano un'immagine nitida del contesto socioculturale di una città.
Guardavo la Carrà di Pronto Raffaella, l'Orecchiocchio, Parola mia, Chi l'ha visto della Raffai, andavo matto per Saranno Famosi e per lo sport di Telemontecarlo, mitiche le regate alle 2 di notte con l'interrogazione di greco il giorno dopo alle otto e mezza.
Non sono stato un bambino abituato a stare fuori casa. Preferivo starmente in camera mia con la mia tv e, più grandicello, col mio baracchino. Sì, perchè sono stato anche un radioamatore. Roba d'altri tempi.
Questo cercare spasmodicamente informazioni e  navigare senza bussola nelle onde della comunicazione mi ha portato a decodificare con una certa precisione i messaggi lanciati attraverso i media. Ho anche provato a bussare a qualche porta perchè mi sarebbe piaciuto assai lavorarci ma, forse per mia poca insistenza, forse perchè orientato a ritagliarmi un ruolo riconoscibile e più vendibile con una Gazzetta Ufficiale Concorsi in mano, ho desistito.
Premessa lunghissima per ricordare Mino Damato.
Quando in una "Domenica in" da sempre banalotta rimescolò le carte e portò scienziati, il Trio con la sua comicità di non immediata lettura, la buona musica, agnostici e persone di Chiesa, i carboni ardenti e la cronaca, c'è chi gridò allo scandalo. Mia nonna mi invitava a cambiare canale che a Canale 5 c'era la Zanicchi e compagnia cantante. Io ero attirato magneticamente da quel modo di fare tv.
Era un mix eterogeneo di cose, facili e difficili, popolari e raffinate, era giornalismo d'assalto, era cronaca di strada, c'era anche la cronaca rosa, per carità, c'era anche la Lollobrigida col suo cerone, c'era tutto in quella scatola e Mino Damato era lì, come un sarto paziente a tentare di non far diventare di cattivo gusto un abito impegnativo e sovrabbondante di stili. La camminata sui carboni ardenti, al fine di mostrare come chiunque possa, attraverso la concentrazione, raggiungere i suoi obiettivi, è, forse ed erroneamente, l'unica immagine rimasta di quella Domenica in. Punto.
Damato me lo ricordo anche perchè con la Bonaccorti ruppe tutti gli schemi del pomeriggio televisivo.
"Italia Sera", sul primo canale, è stato un programma geniale nella sua semplicità. Informazione e intrattenimento al pomeriggio. Nient'altro. Con leggerezza, però, e senza volgarità. E' anche vero che allora non c'erano quei poveri esseri che nuotano nella cloaca fangosa e fetida dei giornaletti e dei talk show odierni, però mi ricordo che la trasmissione, e io ero poco più che un bambino, era interessantissima e fotografava un'Italia vera e viva. E negli anni ottanta mica si stava molto meglio di adesso...
Italia vera che il giornalista volle portare qualche anno dopo in prima serata. Il programma s'intitolava "Sognando Sognando" e raccontava, esaudendoli, i sogni degli italiani. Fu un insuccesso perchè il taglio era giornalistico, troppo realistico, non cercava ossessivamente la lacrima, l'abbraccio, il parente che direttamente dall'Argentina "è quiiiii!". No, semplicemente, anche questa produzione, fotografava una fetta del nostro paese. Senza filtri. Poi Damato s'interessò di scienza con la sua "Arca" televisiva, un gran bel programma, istruttivo e coraggioso.
A Telemontecarlo trasmise una finta esecuzione sulla sedia elettrica. Tutti insorsero inorriditi. La scena madre del "Miglio Verde" ripropone una cosa molto simile ed è stato e viene trasmesso da sempre in prima serata.
Coraggio. E mulini a vento.
Ha adottato una bambina rumena sieropositiva che poi è morta. Ha fondato un'Associazione che aiuta i bambini in difficoltà, si è messo in politica, prima a destra, poi a sinistra. Poco, credo, gli importasse il colore, l'importante era realizzare, concretamente, qualcosa.
Alcuni dicono che fosse un uomo triste, altri dicono manifestasse poca coerenza, altri ancora imputano nella sua ruvidezza del carattere l'allontanamento dallo star business. Ieri ho visto una sua recente intervista. Diceva tra le lacrime che la cosa più importante per un uomo è stringere la mano di un bambino che gli dice "grazie".
Grazie Mino Damato, mi sarebbe piaciuto essere un tuo collaboratore, il tuo Sancho Panza.
Fossero e fossimo tutti come te.

2 commenti:

  1. ..non conosco Damato ma lo ricordo sempre come una persona seria....quel velo di tristezza...l'ho sempre notato...ma credo che quella tristezza...sia stata la sua ancora di salvezza...cioè...che avrebbe voluto fare di più...ma siamo umani.
    .... resterà sempre come un uomo che ha "fatto" quel che molti fanno solo .... elargendo denaro...lui quella mano è riuscito a stringerla personalmente.
    ciao Vania

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  2. @Vania: mi spiace che nel mondo dei blogger pochissimi l'abbiano ricordato. Ciao!!

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