E nel ruolo – che etimologicamente è la parte scritta che un attore deve portare in scena – ci si mette tutto: le radici, il contesto, l’autostima, le ferite, le attitudini, la vita che si è vissuta.
Quest’anno il mio ruolo è cambiato. Probabilmente tra qualche mese tornerò a fare ciò che facevo prima, perché il mio è un incarico a termine. Credo però di averci messo tutto me stesso: pregi e difetti, e la mia storia.
Nella vita ho imparato questo: in un volto, in una parola, in una frase, in un silenzio, è possibile leggere una storia. Personalissima. Unica.
So che la partecipante si riferiva a me. L’ho ringraziata per questo, perché aveva colto una parte di me: un frammento di storia personale, un mio vissuto.
quella ruga sarebbe rimasta una banalissima ruga senza quello sguardo. è la capacità di cogliere il dettaglio che fa la differenza tra il già visto e la bellezza (anche se il dettaglio in sè segnala sofferenza)
RispondiEliminamassimolegnani
Il più delle volte non le scorgo le rughe, le borse che si accomodano sotto gli occhi, il bianco che si espande curioso tra capelli e sopracciglia, le curve del collo che cercano di imitare Lili Gruber.. e così scorre il tempo fino a che, casualmente, ti imbatti in un doppio specchio che ti concede lo sguardo sulla nuca impietosamente devastata di pronuciata chierica causata da incipiente calvizie.. allora cerchi di addebitarla al pensiero o alla preoccupazione, ma non ci casca nessuni, è proprio tempo che passa e, nonostante l'età, aumenta anche l'andatura.
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