08/03/13

Consigli sulla potatura per giardinieri di se stessi



La potatura viene solitamente eseguita per tre ragioni principali: sicurezza, salute, aspetto estetico. 

Sicurezza: la sovrabbondanza crea disordine, lentezza, difficoltà di individuare le priorità, pericolo di non essere pronti di fronte a un'emergenza perchè troppo pesanti; c'è il rischio di collassare se siamo così pieni di cose, soggetti, relazioni, impegni non essenziali, non utili.
Salute: sfoltire, tagliare il non essenziale, fa stare meglio. Ci sono persone bulimiche di relazioni, persone, esperienze. Fagocitano tutto senza selezionare alcunchè e si appesantiscono. Alcuni diventano obesi nella testa e nel cuore. Altri, come gli alberi, che diventano sovrabbondanti di fogli e rami vecchi, hanno parti di se dove l'energia vitale scorre poco e male in quanto non c'è un corrispondente, consapevole investimento emotivo forte e chiaro. Ci si comprime, ci si complessifica con parti di se inutili e inutilizzabili.
Aspetto estetico: light è bello. Un taglio, uno snellimento laddove ci sia sovrabbondanza, ci fa assumere un aspetto migliore. Le zavorre, anche quelle emotive e  relazionali intristiscono, abbrutiscono, incupiscono chiunque.

La potatura può assolvere numerosi obiettivi, tra cui:

  • rimuovere i rami morti. Se il ramo è morto devi accettare tale condizione. Il lutto per la perdita può essere straziante ma se la persona che lo vive è sufficientemente stabile, c'è sempre un distacco successivo. L'emozione auspicabile è l'accettazione, dopo aver attraversato la rabbia e la tristezza.
  • tagliare i rami che ostacolano una visuale. Alcune persone non riescono a cogliere le opportunità di cambiamento perchè c'è qualcuno che occupa i propri orizzonti, consapevolmente o inconsapevolmente. Sta attento se sei circondato da persone che, anche ingenuamente, ti negano di accedere ad una panoramica delle opportunità che il mondo ti può offrire. Questo vale anche per te. Tu puoi essere la causa della cecità di chi ti sta accanto. Ti riempi di cose, di orpelli, di emozioni contraddittorie, di mille priorità, impegni, di un sacco di perdite di tempo e non contribuisci a far vivere a chi ti sta accanto una vita leggera e talvolta felicemente disimpegnata. Ostruisci gli orizzonti di chi ti sta accanto. L'altro o l'altra può essere tentata di potarti toutcourt, può diventare il tuo giardiniere ma anche il tuo carnefice utilizzando impropriamente e liberatoriamente la motosega. Previeni tale evento. Agisci prima su te stesso e sulla relazione.
  • rimuovere rami malati o infestati da insetti. Accanto a noi possono esserci soggetti infestanti. Sanguisughe emotive, zanzare umane assetate del nostro sangue e delle nostre energie. Tuteliamoci e, se non vogliamo spegnerci, così, senza neanche accorgercene, tagliamo di netto tali relazioni nocive!
  • arieggiare la chioma (molto importante in aree poco ventose). Il contesto spesso non ti aiuta poichè non è naturalmente e tipicamente orientato al cambiamento e all'innovazione. Talvolta ti senti soffocare e vorresti respirare aria nuova. Il rimedio c'è: aprirsi al nuovo. Non puoi farlo se sei sovrabbondante di vecchio e di paure. Per essere sfiorato dal cambiamento e dalle novità devi togliere l'impermeabilizzazione, aprirti! Troverai una breccia anche nel tuo ambiente così soffocante e se, attraverso la breccia scoprirai altri mondi più confacenti alle tue attitudini e ai tuoi desideri, potrai approfittarne!
  • permettere alla luce di filtrare attraverso la chioma. La luce può essere un'idea, una speranza, un obiettivo sfidante, una ripartenza, la fiducia. La luce ci fa vedere meglio le cose. La luce stenta ad aiutarti se poni un ostacolo, una barriera tra te ed essa. La barriera può essere un pregiudizio sugli altri, sul destino o su te stesso. "Non sono bello, non sono figo, non sono all'altezza, sono troppo vecchio, troppo giovane, incompetente, ansioso, depresso, il mio destino è e sarà sempre avverso etc..." Spesso ci sovraccarichiamo di etichette che diventano la nostra chioma, rigida e impenetrabile. Naturale che la luce, qualsiasi tipo di luce, non entri! Siamo troppo severi, inclementi verso noi stessi, gli altri, il mondo.
  • rimuovere rami troppo fitti uno contro l’altro. A volte non è necessario tagliare molto. L'intervento può essere non radicale ma oculatamente mirato, quasi chirurgico. Devi eliminare quel piccolissimo ostacolo, quell'idea, quell'emozione castrante; devi, forse,  rielaborare quel ricordo che non ti permette di scorgere la luce, di fare ordine. Basta pochissimo per far sì che tutto assuma un aspetto coerente e che l'energia possa fluire su binari non sovrapposti, che l'azione sia efficace e non si perda in incroci strani e debilitanti per l'anima ed il corpo.
  • evitare che i rami crescano in prossimità delle linee elettriche (non potare i rami vicini ai fili elettrici – in questo caso, contattare la compagnia elettrica interessata). C'è anche la possibilità che le tue attività, i tuoi obiettivi, alcune tue relazioni, alcune persone di cui ti circondi ti facciano correre dei rischi che potresti tranquillamente evitare di correre, guadagnandone in benessere psicofisico. Taglia, pota, anche questa volta, in modo mirato.
  •  migliorare l’aspetto di una pianta. Consapevole e sereno è anche bello! Credimi! Un'emotività perennemente in corto circuito, un sistema di priorità e di valori inautentico, una serie di autocastrazioni ti si leggono in faccia, nel corpo, nel respiro.

Regole per la potatura

Un albero non è come un cespuglio che richiede ripetute potature. Dal momento che la potatura cambia in maniera definitiva la struttura e l’aspetto di una pianta, è importante farla da subito con criterio. Gli alberi più belli sono quelli che hanno subìto una sapiente potatura in fase di crescita. Nonostante questo, i criteri generali da seguire nella potatura sono gli stessi per una pianta giovane e una adulta, a prescindere dalle dimensioni raggiunte.
Incredibile come ciò possa applicarsi anche a noi esseri umani! Prima avviene la potatura, meglio è! 
E, comunque, non è mai troppo tardi! 

La potatura deve essere sempre spinta da un obiettivo. Le ferite piccole cicatrizzano più in fretta rispetto a quelle grandi; per questo è preferibile asportare rami piccoli.
Quest'operazione, per noi uomini, non deve essere distruttiva ma quasi chirurgica, mirata, sapientemente condotta. Altrimenti si rischia di buttar via ciò che si ha di buono e ciò che potenzialmente potrebbe dare buoni frutti! A volte, per una sapiente potatura, c'è bisogno di un valutatore e potatore esterno. E quel ramo che credi secco e improduttivo, forse lo è perchè non è stato potato a dovere e sapientemente curato!

rami di diametro inferiore a 5 cm: taglia!

rami di diametro tra 5 e 10 cm: pensaci due volte prima di tagliare!

rami di diametro superiore a 10 cm: taglia solo se hai un ottimo motivo per farlo!                            

non rimuovere mai più di un quarto della chioma di un albero!

Non sono d'accordo con chi pretende di cambiare l'altro drasticamente. A volte è una vera e propria violenza costringere l'altro a cambiare, rimuovendo troppe credenze, valori, relazioni, tutto in una volta. 
E' scriteriato dire a una persona: "non vedi? La tua vita fa schifo. cambiala! E cambia anche tu!". 
Se vuoi aiutare un'altra persona a cambiare consapevolmente, devi accarezzare le sue certezze rispettosamente, anche se ti sembrano inadeguate, senza dare giudizi senz'appello e affrettati. 
Le vite degli altri meritano rispetto. Le sofferenze degli altri meritano rispetto. 
Puoi anche essere più energico se vedi che l'altro si culla nelle sue certezze, nei suoi schemi mentali ed emotivi, ma non essere radicale! Potresti aprire voragini coperte, al momento, dalla sabbia! Sincerati che il tuo interlocutore sia capace di affrontare la stimolazione, il tuo input chiaro e netto.
Uno non cambia se sente come "obbligatorio" il proprio cambiamento! Cambia se sente "conveniente" il proprio cambiamento.
Anche in un lavoro di supporto psicologico o di psicoterapia, il nucleo centrale della sofferenza va affrontato senza fretta, senza aggredirlo da subito, perchè lascerebbe la persona senza energie, come svuotata e inerme di fronte al vuoto possibile, anche perchè la patologia, una sofferenza, il sintomo, spesso fungono da cuscinetto, servono al soggetto per evitare un dolore più grande e una dispersione di sè generalizzata e pericolosa. 
Facile dire: "Lasciala! Lascialo!" quando ci sono troppe cose in comune, una storia e dei momenti, anche belli, vissuti insieme, quando c'erano dei progetti e non è chiaro perchè non siano mai sbocciati. 
Facile dire: "Tu soffri perchè tua madre è stata anaffettiva con te, non ti ha mai voluto, apri gli occhi! quando c'è ancora il dolore lancinante dell'abbandono e una sensazione di  lutto senza soluzione di continuità, nonostante il proprio oggetto d'amore sia ancora in vita!
Facile sparare sentenze o offrire miracoli a basso prezzo. Ti cambierò in 5 incontri! Uscirai da qui rinato, con tanti amici che ti vogliono bene, con nuovi obiettivi e con il successo in tasca.
In tasca, però c'ho i tuoi soldi e se tu torni da me dopodomani e mi dici che stai come prima o peggio di prima io ti dirò: "beh, dipende da te, io ce l'ho messa tutta". 
Cazzate. Scusatemi l'eufemismo.

Ci sono 2 tipi di tagli:

Tagli di sfoltimento: per rimuovere rami troppo vicini. Questi tagli stimolano lo sviluppo della chioma e servono a rimuovere i rami deboli, malati o con problemi di crescita. Servono anche per arieggiare la chioma e permettere la penetrazione della luce al suo interno. Con questo tipo di potatura la pianta assume la sua naturale forma.
  
Auspicabili, traslati nell'esperienza dell'essere umano.
Un uomo, una donna che hanno tagliato ciò che li rende infelici ritrovano una forma naturale, un'espressione del Sè, una presenza nel mondo luminosa, piena, viva e capace di influenzare gli eventi. Scoprono il piacere di controllare in modo sereno la propria esistenza e le proprie scelte, selezionando efficacemente e senza troppi dubbi ciò che è buono per se stessi e ciò che è potenzialmente cattivo. 

Tagli di raccorciamento: riducono l’altezza di una pianta raccorciando i rami a poche gemme da cui si svilupperanno germogli laterali. Sono tagli che modificano la naturale forma d’allevamento di una pianta. Non vanno eseguiti su rami di oltre un anno. Tagli eseguiti in maniera drastica, asportando la sommità della pianta, sono definiti capitozzature. Spesso si incorre in errore attuando questa potatura e la maggior parte di questi tagli danneggia la salute della pianta in maniera irreversibile.

La "capitozzatura" per l'essere umano è anch'essa sconsigliata. 

La capitozzatura asporta una parte significante della chioma, e questo porta a uno stato di sofferenza. Molte gemme reagiscono producendo germogli che andranno a sostituire quelli eliminati. Questi germogli sono però deboli, lunghi e sottili e tendono a rompersi facilmente. Richiedono, inoltre, tagli frequenti.

Si chiama ferita narcisistica. 
Non puoi cancellare il passato. Puoi riattraversarlo, riappropriandoti di ciò che ti hanno sottratto o di ciò di cui non ti sei accorto, rivalutando quelle esperienze, anche poche, che allora ti hanno gratificato. 
Cancellare, tagliare il passato può essere vantaggioso nel breve periodo. E' una tecnica meramente catartica. Nascono e possono moltiplicarsi germogli di speranza, ma sovente illusorie ed effimere.
Dopo un pò riaffiorano i dubbi, le sofferenze, i punti di domanda, le consuete reti neuronali coperte di fuliggine. 
La soluzione è tagliare poco e bene, oculatamente, ma non possiamo tagliare il passato di una persona!
Non puoi tagliare il tuo passato! E' parte di te, puoi viverlo come un fallimento, ok, ma dal fallimento si può risorgere ricalibrando sè stessi, i propri obiettivi, il proprio senso nel mondo. L'esperienza passata, seppur dolorosa, è utile per capire come muoverci meglio, per capire come siamo fatti oggi, per comprenderci. Basta non sprofondarci in tale esperienza passata!

La capitozzatura provoca ferite larghe che la pianta fa fatica a riemarginare. Queste ferite costituiscono l’ingresso per microrganismi patogeni che si possono diffondere velocemente all’interno della pianta. In caso di capitozzatura conviene sempre proteggere le ferite da taglio con del mastice cicatrizzante. In caso di necessità, contattate un agronomo professionista.
Capita questo quando una persona sofferente entra a far parte di gruppi in cui ti frastornano col love bombing, per esempio, quando entri a far parte di sette o pseudosette, gruppi chiusi e autoreferenziali o quando qualcuno ti promette che ti farà dimenticare il tuo passato in un batter d'occhio. 
Attento! Attenta! Questi soggetti sono come microorganismi patogeni che si insinuano nella tua ferita. La cicatrizzano ma si posizionano sotto pelle e molto, molto vicino al tuo cuore. Finiscono per controllarlo.

Contattare un professionista

In generale, è meglio contattare un agronomo professionista se si ha a che fare con alberi molto alti, oltre i 3-4 m e c’è la necessità di utilizzare motoseghe o scale.
Se si ha un minimo di esperienza si può di utilizzare un potatore a fune o svettatoio per rami più alti di 4,5 m ma è sempre meglio operare con cautela, soprattutto quando si corre il pericolo di far cadere i rami e creare dei danni. Rami e branche hanno un notevole peso. Anche un ramo del diametro di 2,5 cm, se lungo abbastanza, può cadere a terra con forza sufficiente a fare male a una persona.

No comment.

Ciao! 
E buona potatura :-)

la parte agronomica, in grassetto, è tratta da:
http://www.bayergarden.it/it-IT/Cura-del-Giardino/Cura-di-Alberi-e-Arbusti/La-potatura-degli-alberi.aspx

18 commenti:

  1. veramente simpatico l'accostamento, anzi direi le convergenze con la potatura classica, del mondo vegetale...interessante.
    bel post ma veramente trooppo lungo. mi ci vorrà un'altra entrata o due per arrivare a leggere tutto. non sei stato coerente nella potatura di te stesso !
    e ti prego di prendere leggermente questa leggera critica. sono tutte cose molto intelligenti, ma sono troppe.

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  2. questo non è un post. E' un minimanuale ad uso e consumo vostro. E mio. Perchè, sai, mica è facile potarsi e razzolare bene dopo aver predicato bene...
    io amo le critiche. E accetto questa tua. Ho imparato a essere poco prolisso, Ma questa volta mi piaceva e sentivo di essere più preciso e dettagliato del solito.
    Un abbraccio carissima, a presto!

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    1. allora me lo stampo e me lo leggerò con calma, una di queste sere.
      sono d'accordo su molto di ciò che hai scritto.
      la cosa più auspicabile è sfrondare.
      e concentrarsi proprio su poche cose importanti.
      però, anche se so potare un albero, non avevo mai pensato di applicarlo
      alla vita.

      grazie di ciò che hai scritto. ora ne prendo un pezzetto da spedire ad un'amica.
      buona domenica !

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  3. oggi bruno è un fiume in piena,questo articolo è stupefacente e corroborante per l'anima nonchè erto a conferma che l'essere umano ha le proprie risorse intrinseche e la propria cura per le sue ferite senza farsi manipolare dagli altri,vorrei tanto abbracciare un'albero,ma ho paura che qualcuno mi veda e pensi che io sia matta,bisognerebbe farlo però,nel mio giardino condominiale quando potano gli alberi soffro come un cane,come se mi spogliassero della mia stessa esistenza!io penso che non dobbiamo cambiare ma proseguire per la nostra strada,senza lasciarci influenzare dal prossimo,e se anche ti accusano di essere questo o quello dobbiamo pensare che il giudizio che ci danno è frutto del loro modo di pensarci ma che non riguarda noi! ciao bruno e grazie per i tuoi bei editoriali

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    1. grazie a te Violante.
      Io consiglio a tutti di vedere un film, bistrattato dalla maggior parte della critica, ovvero "Cuore Sacro". La protagonista capisce il senso della propria vita abbracciando un albero.
      A presto!

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    2. in quel momento, vedendolo, ho quasi pianto.
      grandioso regista ozpetek, che riesce a farti sentire questo..
      sebbene il film fosse sulla religione, sulla conversione, ho sentito il senso del sacro,
      per la natura e per la vita umana..

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    3. sì ho visto cuore sacro,uno dei pochi film italiani validi e significativi,violante

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  4. 'Potare i rami secchi e bruciarli' era una cosa che facevo sistematicamente quando ero più giovane e con la vitalità di coltivare persone e cose benefiche. Ora, invece, mi rendo conto di essere cambiata, l'età e gli avvenimenti ci trasformano...innaffio solo ciò che mi fa star bene, quindi ciò che secca, cade da solo!!
    Ciaoooo Bruno!!:)

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    1. Ciao carissima. E' bene selezionare, così non ci si appesantisce di zavorre indesiderate. Soprattutto quando si ha un'agenda da non stravolgere.
      Ciao!!!

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  5. Più che un decalogo è un trattato. :)
    Piacevole, umoristico e diretto. Si, un manuale.
    Tanti sono gli spunti per una lunghissima risposta. Non preoccuparti, non lo farò.
    Quello che ora trovo più toccante e che mi ronza nella mente è:

    -tagliare i rami che ostacolano una visuale. e in particolare: Tu puoi essere la causa della cecità di chi ti sta accanto. Ti riempi di cose, di orpelli, di emozioni contraddittorie, di mille priorità, impegni, di un sacco di perdite di tempo e non contribuisci a far vivere a chi ti sta accanto una vita leggera e talvolta felicemente disimpegnata.

    Mi sento frastornato dalle emozioni contraddittorie e vedo che con queste appesantisco la vita di chi mi sta accanto e non riescono ad essere leggere e disimpegnate.
    Pensa che strano, da qualche settimana uso spesso la definizione una "relazione leggera" non intesa in modo negativo ma fluida e piacevole.

    L'altra cosa è il love bombing, esperienza diretta in cui proveniente da un bisogno di cambiare, di trasformarmi, essere migliore, e contemporaneamente ad un grave incidente stradale che mi ha cambiato improvvisamente abitudini e tenuto lontano dal lavoro un anno mi ha permesso un grande cambiamento.
    Ma non nella sostanza, cambiando, teatro, attori, le dinamiche di comportamento sono ritornate, non nella stessa misura per quanto riguarda l'autolesionismo, leggasi alcool, ma i bisogni sono rimasti gli stessi si sono spostati solo i poli attorno a cui ruotare.
    E' piacevole sentirsi accettati, valorizzati, entusiasmati e si pensa sempre meno a se stessi se si è impegnati verso gli altri e si fa del bene, vero! ma se non stai bene con te stesso anche se fai del bene ciò che ti spinge è la ricerca di approvazione, di stima, di essere importante, valori che non riesci a darti da solo, forza che non riesci a trovare per sopravvivere.

    PS
    Oggi ho parlato di te definendoti un amico. Grazie!!!

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    1. Grazie a te Enrico!
      La leggerezza è una qualità delle relazioni.
      Il love bombing è l'esaltazione dell'ipocrisia. E' una strategia subdola e a caro prezzo, tra l'altro. Prima ti abbracciano, poi ti sfilano il portafogli (metaforicamente, s'intende).
      la ricerca di approvazione, di stima, di essere importante non le condannerei. Sono bisogni primari. Dovremmo attraversarli, soddisfarli, per sentirci efficaci, utili, visti e valorizzati. Mica è sbagliato!!
      Se sono bisogni spasmodici, se non ci sfamiamo mai di attenzioni però, c'è il segno di una patologia: quella narcisistica.
      Grazie a te Enrico dell'amicizia.
      A presto!!!

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  6. grazie, proprio il manuale che mi ci voleva per aiutare un'amica che ogni volta mi dice di dover potare, potare, potare.... sperando che la aiuti a farlo nel modo giusto senza perdere la vitalità del suo splendido albero.

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    1. bene, non ti dimenticare di innaffiare la pianta delicatamente e con continuità. All'inizio non t'aspettare moltii germogli. Meglio pochi e buoni.
      ciao!

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  7. ti ho dovuto leggere a rate che qui il tempo in questi giorni mi sfugge.
    però ho preso nota, e pensavo che è vero che hai ragione, non si può fare tutto nell immediato. si fa presto a dire "lascialo perdere, stacca il telefono e non sentirlo più" quando esistono legami che per chi li vive sono importanti non puoi arrivare con un accetta in mano e zzaaaccc...
    ci vuole tempo.
    del resto, un albero non cresce in pochi giorni... no?
    a ri scappo...
    un abbraccio grande Bru!

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    1. ciao cara. Non vorrei essere nei tuoi panni, quelli della traslocatrice, intendo.
      L'accetta si può anche usare ma facendo zzzacc nel punto giusto, con precisione chirurgica.
      Ci vuol tempo, ma non troppo.
      Un albero non cresce in pochi giorni ma l'ortica sì.
      Questa vale il Pulitzer.

      Ciao!!!

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  8. sei un mito!!!!
    sempre pensato
    poco detto!

    hai ragione!!! eccome se hai ragione!
    ma quanta roba ci sta in 27 mq????

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  9. Lo sai, non credo ai cambiamenti. Penso che alla fine ci siano solo tanti diversi modi di essere la stessa cosa, perché un albero è un albero, con o senza rami. Certo agli occhi altrui può sembrare più bello, o rigoglioso, o smorto, ma sempre albero resta (non so se mi spiego).
    E però capisco cosa intendi: se qualcosa mina l'esistenza stessa dell'albero è giusto "tagliar via" quella parte, come una lucertola rinunciare alla coda, se questa è intrappolata. Non è indolore.

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    1. Io credo ai cambiamenti mirati, adeguati, congruenti con le possibilità, il contesto, le attitudini di chi ha bisogno di rinnovarsi. Ecco: rinnovamento, più che cambiamento.
      Tale rinnovamento deve essere consapevole, voluto e con l'obiettivo fondamentale del "piacere" nelle sue varie declinazioni. Altrimenti diventa una maschera per rispondere ad un'auto-eteroimposizione e crea scompensi, grossi scompensi.
      In fin dei conti è l'obiettivo che conta che, nel nostro caso è il benessere psicofisico o qualcosa che ci assomigli.
      E non è un lavoro ma un viaggio. Se il cambiamento prevede un lavoro su sè stessi, sai quelli che ti dicono solennemente, pieni di tic, scrollandosi la forfora dalla spallina destra della giacca a quadri: "ho fatto un lavoro su me stesso"...beh, se è così sai come la penso :-)
      ciao Rouge

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