29/04/14

Quando ti senti solo


Credo che la solitudine non sia uno stato emotivo disprezzabile. Stare da soli, con le proprie cose che trasudano ricordi e affetti, con i propri pensieri, con i propri libri, le proprie canzoni, non è brutto. E’ bello. Si può crescere attraverso la sensazione di solitudine. Lo stare da soli ci fa rivalutare le relazioni in cui siamo impegnati o incastrati, ci permette di far pace con noi stessi, di programmare meglio le nostre giornate e di migliorare un nostro progetto. E’ una solitudine, come dire, creativa, introspettiva, lucida. Cercata. E’ un modo anche per dimostrare a se stessi di volersi bene al di là del riscontro degli altri. 
La mia solitudine l'ho accarezzata spesso, scartabellando tra i miei cd, addormentandomi al suono di una musica familiare, sfogliando vecchie fotografie, leggendo un buon libro, scrivendo, studiando, facendo progetti, perdendomi in un centro commerciale in cerca di qualcosa, finendo per non comprare niente.
E' una sensazione che mi manca.
Com'è, o come è stata la tua solitudine?

ps: quello della foto non sono io. Ho più capelli e raramente porto la giacca.



23 commenti:

  1. un capellone dunque ??! beh, carino!!
    la mia solitudine è voluta e cercata, per sfuggire agli incastri...mi piace scegliere l'incastro, da me, da me sola.
    paradossalmente da giovane ero timorossisima della solitudine, ora mi piace. ho capito che posso superarla senza problemi, quando diventa un problema, che è uno stato d'animo relativo...e padroneggiabile, e di cui si possono godere tutte le sfumature. forse l'ho capito tardi, ma l'ho capito. almeno ritengo di averlo capito.

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    1. l'incastro è bello. rimanere incastrati è brutto.
      capellone direi di no. ma non ho la "luna" come il giovine nella foto.
      ciao!

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  2. Mi sento sola anche in mezzo alla gente, mi sento sola spesso. Un dolore passato mi ha lasciato tante ferite... Ora sono una donna cinquantenne, ho un marito e un figlio, potrebbe andare tutto bene...
    ma non è così!!!

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    1. la mia solidarietà. Volgi lo sguardo alla gente, vedrai altre persone col tuo stesso velo di solitudine. Non sei sola. Ti auguro nuovi legami e che le ferite possano cicatrizzare.

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  3. Sentirsi soli è uno stato d'animo, stare soli è una condizione scelta o/e accettata!.....ma non si è mai soli, se c'è anche un raggio di sole che ti riscalda e un fiore che ti sorride!!....o un meraviglioso mare, come quello che tu hai fotograto e respirato!!!
    Ciaooooooooo

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    1. non si è mai soli se c'è stato chi ti ha fatto amare un raggio di sole o un fiore o il mare da respirare.
      abbraccio

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  4. Ciao. Per anni ho odiato la solitudine. Mi faceva star male, piangere....
    Pian piano ho capito che non è poi tutto questo disastro. Anzi. Basta amare le cose che si fanno..... O cercare di fare soprattutto le cose che si amano, che ci fanno stare bene.
    Ho impiegato anni a capire che anche senza un compagno non mi dovevo buttare giù e giù.
    Il modo in cui riempio il mio tempo, non è un succedaneo, un vorrei ma non posso....
    Ora sto bene. Ci ho messo 59 anni per capirlo!

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    1. vorrei leggere queste tue righe alle persone che, a 40 anni, affermano che non riusciranno mai a trovare nessuno e che per questo la loro vita non è degna di essere vissuta.
      Credo che "l'altro" con cui crescere possa essere chiunque e più d'uno.
      Ciao Viola, grazie

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  5. la solitudine per scelta è sicuramente gradevole e creativa,la solitudine interiore,forse,è meno gratificante,sta a noi cercare di stare bene anche da soli,coltivando i propri interessi in perfetta autonomia psicologica.
    La mia solitudine,ritagliata dalla vita normale,che pure è piena d'affetti,diventa momento per scrivere,dipingere,leggere o camminare nei campi ad osservare i microcosmi

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    1. la solitudine interiore, quella subita, è atroce, direi.
      Stare bene da soli si può, certamente. Sentirsi soli e stare bene, non credo sia possibile.
      Solitudine creatrice: che bella cosa!
      ciao Gabe!

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  6. E' vero, stare soli non è poi così male, ma nel mio caso la solitudine ha rappresentato la regola; più che equilibrata sono diventata equilibrista...perchè a farmi "compagnia" c'è sempre la sensazione amara di non essere utile a nessuno.

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    1. puoi crederci o no. Con questo messaggio mi sei stata utile.
      ciao cara

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  7. 30 Aprile 2014

    Sono convinto che non ci si debba salvare dalla solitudine, ma, al contrario, che ci si debba immettere nella solitudine come esperienza di vita privilegiata per l'incontro con gli altri.
    Sono credente, Cristiano, Cattolico e sono convinto che ci si debba immettere nella solitudine come esperienza di vita privilegiata per l'incontro con gli altri perché impariamo ad incontrare Dio Padre negli altri, a riconoscerLo negli altri che incontriamo e che, talvolta, forse, non vorremmo incontrare, a capire che Dio Padre può fare sì che gli altri possano, talvolta, incontrarLo in noi, senza accorgersene come anche accorgendosene, senza che noi stessi ce ne accorgiamo come anche facendo sì che noi stessi ce ne accorgiamo.
    Sono convinto che ci si debba, piuttosto, salvare dall'isolamento in tutte le sue manifestazioni.
    Sto parlando dell'autoisolamento (chiudersi in se stessi sia come "single" che come coppia e come gruppo), dell'isolamento procurato (sempre molto grave, anche e soprattutto, quando viene, maldestramente, giustificato) e dell'isolamento subìto (di cui non ci si dovrebbe mai stancare d'indagare in merito alle eventuali ragioni profonde).
    Isolamento è chiudersi alle necessità ed alle sofferenze altrui.
    Solitudine è, al contrario, aprirsi al rispetto ed alla comprensione delle necessità e delle sofferenze altrui, alla condivisione ed alla soluzione delle necessità e delle sofferenze altrui.

    Luca Lapi

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    1. incontrare gli altri nella solitudine. Sembra un paradosso. Ma questa cosa che hai scritto mi fa sussultare. Per come la sento io, ma è una sensazione personale, la solitudine favorisce l'incontro con gli altri, se è un momento di transizione per connetterci meglio con noi stessi, capire perché quella persona o quelle persone sono apparse nel nostro percorso e come possiamo incidere un solco positivo nella loro vita. grazie, come sempre. A presto Luca

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    2. Grazie per quello che hai detto prima (e che hai capito che condivido) e per quello che hai detto dopo (che, ugualmente, condivido)!!! Ciao!!!

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  8. C'è una solitudine che adoro e che cerco, e un'altra che invece mi fa soffrire.
    Quella che adoro la cerco nei momenti in cui - per tanti motivi: stanchezze, problemi ecc. - ho bisogno di ritrovarmi, di far rifiorire pian piano quella persona che nel profondo sento di essere e con la quale mi trovo a mio agio. In passato, in certi periodi difficili, mi bastava ogni tanto mezzo pomeriggio di solitudine, magari in mezzo alla natura o in compagnia di buona musica! Mi sentivo letteralmente ricostruita, ricucita. Ma mi serve ancora adesso star sola per ritrovare quella pace che talora le vicende esterne appannano o sconvolgono.
    La solitudine che mi fa soffrire invece è quella che sperimento ogniqualvolta si spezza, anche solo per poco, un rapporto di sintonia con altri. In fondo, aspiriamo tutti a una comunione interiore con le persone che amiamo e quando questa s'incrina, si prova davvero solitudine. Ed è la peggiore,
    Ciao!!!!

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    1. mi piace ciò che hai scritto.
      Aggiungo che molti non riconoscono l'aspirazione alla "comunione interiore" con gli altri ,forse perchè non hanno scoperto che il senso dell'amore è basato sulla reciprocità: è come dare una pennellata di grigio alla quotidianità. In un certo senso quest'aspirazione interiore la chiamerei potenzialità o semplicemente "attitudine". Frustrare un'attitudine è bruttissimo, chi lo fa inconsapevolmente soffre senza saperlo. In questo caso, la solitudine diventa normalità, nonostante ci si circondi di tante persone.
      Grazie Annamaria per i tuoi spunti!

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  9. Non ho paura della solitudine....in questo periodo ho paura delle persone che ti fanno del male anche se tu non ne hai mai fatto a nessuno...Grazie per il blog, lo leggo spesso e conforta....:)

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    1. Meglio soli che mal'accompagnati. Mi sento di non screditare il proverbio.
      Però se ci chiudiamo a riccio per paura delle persone, perdiamo un sacco di occasioni per star bene.
      Comincia a individuare chi ti fa star male e taglia i rami secchi. Le gemme sane non tarderanno ad arrivare. Anche poche, ma non importa.
      Grazie a te Paola!

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  10. La mia solitudine è stata ed è sempre meravigliosa ma, va da se, è facile apprezzarla quando sai che è momentanea o che puoi interromperla quando vuoi. Ho visto la solitudine che fa male, quella che non passa nemmeno in compagnia ed è forse quella, quella che va analizzata bene da chi la prova, per capire a cosa è dovuta.

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    1. Hai visto la solitudine che fa male. Sai com'è. Sai come vive chi la vive. Chi la vive spesso capisce a cosa è dovuta. Sta a chi vede dal di fuori, a chi osserva una persona bruciare di solitudine, se è rabbiosa o congelare di solitudine se è depressa, intervenire, aiutare, contribuire a rompere un circolo vizioso. La persona che vive una solitudine che fa male spesso è timida, è sfiduciata, è stata profondamente ferita, è abituata a veder passare chi non si ferma, chi osserva e non interviene. Chi vive la sua solitudine in tristezza e rassegnazione non ce la fa da solo.
      grazie Baol, un abbraccio

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  11. Per anni ho vissuto nella più totale solitudine, forzata, con momenti in cui avrei voluto chiamare qualcuno e non sapevo nemmeno chi chiamare, momenti in cui sarei voluto uscire con qualcuno e invece l'ho fatto da solo, momenti in cui uscivo con persone e mi sentivo ugualmente solo. Momenti terribili in realtà, fatti di pianti, ma passati.
    Un cambio di rotta deciso, voluto. Ora mi trovo spesso a essere cercato, paradossalmente ad avere troppo poco tempo per me e quando mi trovo solo non sto affatto male! A volte, ancora oggi, seppur in mezzo a decine di persone mi sento solo in ambienti che non mi appartengono. Ma è bello, ora, uscire e godersi il sole, da solo, fare un giro sulla vetta più alta della zona e godersi la vallata, o il mare con la scogliera: perché è questo il genere di solitudine che mi appartiene.

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    1. ciao AT, grazie per aver condiviso il tuo vissuto. Molto della nostra sensazione di solitudine dipende dall'ambiente più o meno congeniale al nostro modo di essere. Un ambiente è fatto di cose, di elementi naturali, di un passato, di altre persone che l'hanno abitato e lo trascendono. Capisco benissimo la tua sensazione di agio nello stare a contatto con la tua natura. Perchè non è, in realtà, una solitudine, ma una vicinanza, un contatto profondo con tutti questi elementi "trascendentali". Io, per esempio, questa sensazione di forte legame, nonostante una condizione di solitudine fisica, l'ho vissuta a l'Aquila, una quindicina di anni fa. Un caro saluto, ciao!!

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