10/12/14

Semplice: siamo complessi!



Un’altra ondata di sfiducia che pervade spesso le relazioni di molti di noi è provocata dalla credenza di essere troppo complicati, umorali, contraddittori e dalla certezza che, in genere, le persone stanno bene con quelli che non si fanno seghe mentali, che semplificano, che stanno in superficie. Ci sentiamo spezzettati, perennemente in conflitto, senza riconoscere, invece, che le nostre diverse facce, la nostra incoerenza o la spiccata permeabilità all’ambiente, sono caratteristiche della nostra complessità, che è ricchezza e che non è un nostro difetto. E’ vero che non molti riescono ad accettare, accogliere e valorizzare la complessità, ma semplicemente perché non sono capaci, non hanno gli strumenti psicologici per entrare in sintonia con un mondo ricco e sfaccettato come il nostro. Anche in questo caso dobbiamo esercitarci a sviluppare il nostro radar sociale, scegliendo compagnie che ci accettino nella nostra complessità, non si spaventino e, anzi, la considerino un valore. Se abbiamo paura che la nostra complessità allontani la maggior parte delle persone è perché da piccoli ci hanno giudicato troppo e male. Ci hanno considerato complicati, appunto. Vi sembrerò ripetitivo ma credo che tutte le nostre fisime dipendano dalle relazioni intessute nella nostra infanzia e nella nostra adolescenza. Non siamo stati supportati, non siamo stati accettati, riconosciuti nella nostra ricca e contraddittoria peculiarità. Siamo stati messi dentro una o più categorie che non sentivamo nostre e, così, abbiamo preso le distanze dagli altri, prima che lo facessero questi ultimi.
Adesso ci sentiamo in un vicolo cieco emozionale.
Soluzione? Liberiamoci. Andiamo in terapia, tuffiamoci nelle relazioni, rischiamo la faccia e cominciamo a fare scelte controcorrente, seguendo la nostra corrente emozionale, la nostra passione, dando sfogo alla nostra motivazione. Sbagliamo e ritentiamo! Sdrammatizziamo.

Qualsiasi mezzo va bene per rafforzare la nostra autostima, per liberarci dai preconcetti che abbiamo imparato ad avere su noi stessi e dalla consapevolezza che non saremo mai amati se esprimiamo veramente ciò che siamo (e non siamo). Proveremo dolore, forse, scontrandoci con qualche rifiuto: è lo scotto da pagare per incontrare e valorizzare chi possa rispettare le nostre caratteristiche. Perché, potete giurarci: ci sarà chi vi percepirà come persone complesse e interessanti e non come un’accozzaglia di controsensi. (da "Apri")

6 commenti:

  1. Cioè... l hai scritto pensando a me ? :D
    io ti ADORO!
    ecco.

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    1. E' un post di 3-4 anni fa, sempre valido, comunque.
      Pensavo a tanti di noi...
      Non accetto l'adorazione. Non sono un guru.
      Una tazza di caffè, quella sì, che va sempre bene, a qualsiasi ora.
      Ciao!!!

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  2. no non sei un guru.
    sei molto meglio. perché non hai la pretesa di insegnare nulla, non parli da un pulpito, non ti poni come il detentore della verità.
    sei semplicemente tu, con la voglia di condividere, dare e se puoi, aiutare.
    allora, smorzo un po' l enfasi da commento e ti scrivo "ti stimo tantissimo".

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  3. Se il libro è così, lo compro di sicuro. Mi piace quest'analisi che accetta la complessità e cerca di vedere le cose valorizzando il positivo. E poi l'esortazione a rischiare la faccia, a dare sfogo alla nostra motivazione e a sdrammatizzare mi piace molto. E' saggezza.
    Un abbraccio e grazie!!!

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    1. saggezza ma anche faccia tosta! ;-)
      Un abbraccio a te carissima!

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