Un’altra ondata di sfiducia che pervade spesso le
relazioni di molti di noi è provocata dalla credenza di essere troppo
complicati, umorali, contraddittori e dalla certezza che, in genere, le persone
stanno bene con quelli che non si fanno seghe mentali, che semplificano, che
stanno in superficie. Ci sentiamo spezzettati, perennemente in conflitto, senza
riconoscere, invece, che le nostre diverse facce, la nostra incoerenza o la
spiccata permeabilità all’ambiente, sono caratteristiche della nostra
complessità, che è ricchezza e che non è un nostro difetto. E’ vero che non
molti riescono ad accettare, accogliere e valorizzare la complessità, ma
semplicemente perché non sono capaci, non hanno gli strumenti psicologici per
entrare in sintonia con un mondo ricco e sfaccettato come il nostro. Anche in
questo caso dobbiamo esercitarci a sviluppare il nostro radar sociale,
scegliendo compagnie che ci accettino nella nostra complessità, non si
spaventino e, anzi, la considerino un valore. Se abbiamo paura che la nostra
complessità allontani la maggior parte delle persone è perché da piccoli ci
hanno giudicato troppo e male. Ci hanno considerato complicati, appunto. Vi
sembrerò ripetitivo ma credo che tutte le nostre fisime dipendano dalle
relazioni intessute nella nostra infanzia e nella nostra adolescenza. Non siamo
stati supportati, non siamo stati accettati, riconosciuti nella nostra ricca e
contraddittoria peculiarità. Siamo stati messi dentro una o più categorie che
non sentivamo nostre e, così, abbiamo preso le distanze dagli altri, prima che
lo facessero questi ultimi.
Adesso ci sentiamo in un vicolo cieco emozionale.
Soluzione? Liberiamoci. Andiamo in
terapia, tuffiamoci nelle relazioni, rischiamo la faccia e cominciamo a fare
scelte controcorrente, seguendo la nostra corrente emozionale, la nostra
passione, dando sfogo alla nostra motivazione. Sbagliamo e ritentiamo!
Sdrammatizziamo.
Qualsiasi mezzo va bene per rafforzare la
nostra autostima, per liberarci dai preconcetti che abbiamo imparato ad avere
su noi stessi e dalla consapevolezza che non saremo mai amati se esprimiamo
veramente ciò che siamo (e non siamo). Proveremo dolore, forse, scontrandoci
con qualche rifiuto: è lo scotto da pagare per incontrare e valorizzare chi
possa rispettare le nostre caratteristiche. Perché, potete giurarci: ci sarà chi vi percepirà come persone complesse e
interessanti e non come un’accozzaglia di controsensi. (da "Apri")
Cioè... l hai scritto pensando a me ? :D
RispondiEliminaio ti ADORO!
ecco.
E' un post di 3-4 anni fa, sempre valido, comunque.
EliminaPensavo a tanti di noi...
Non accetto l'adorazione. Non sono un guru.
Una tazza di caffè, quella sì, che va sempre bene, a qualsiasi ora.
Ciao!!!
no non sei un guru.
RispondiEliminasei molto meglio. perché non hai la pretesa di insegnare nulla, non parli da un pulpito, non ti poni come il detentore della verità.
sei semplicemente tu, con la voglia di condividere, dare e se puoi, aiutare.
allora, smorzo un po' l enfasi da commento e ti scrivo "ti stimo tantissimo".
grazie cara. sei sincera.
Eliminaun caro saluto
Se il libro è così, lo compro di sicuro. Mi piace quest'analisi che accetta la complessità e cerca di vedere le cose valorizzando il positivo. E poi l'esortazione a rischiare la faccia, a dare sfogo alla nostra motivazione e a sdrammatizzare mi piace molto. E' saggezza.
RispondiEliminaUn abbraccio e grazie!!!
saggezza ma anche faccia tosta! ;-)
EliminaUn abbraccio a te carissima!