19/02/15

Genitore narcisista


Quando hai un genitore narcisista puoi prendere tre strade: una, quella dell'imitazione; due, quella della ribellione al modello; tre, quella della comprensione e dello sviluppo di una personalità autentica.
Un genitore narcisista ama il figlio per quello che può dargli, non per quello che è. 
Cosa può dargli? Ulteriore lustro, per esempio. O una spalla su cui appoggiarsi scriteriatamente non considerando le reali possibilità di tolleranza del figlio. Complicità e adorazione. Alleanza nel mortificare ulteriormente gli altri componenti dell'entourage familiare.

Imitazione: è il meccanismo più doloroso per chi l'osserva da vicino. Da lontano si può pensare "Oh ma come sono perfetti madre e figlio! O, ma sono uguali padre e figlia, due persone di successo...". Da vicino ti colpisce la luce dei loro occhi. Identica. Una luce metallica. Uno sguardo d'acciaio. Impenetrabile.
L'imitazione sin da piccoli, porta alla strutturazione della patologia. Se non c'è un terzo che interviene, di brutto, a scalfire questo rispecchiamento perverso, il destino è segnato.

Ribellione: è la soluzione non migliore, ma, quanto meno, c'è una netta presa di distanza dallo stile comportamentale del genitore. Una tendenza all'altruismo sfrenato, ad un modo di vivere dimesso, all'empatia indifferenziata, all'enfasi sul proprio disagio e sulla propria fragilità. C'è confusione emotiva, però. E, alla fine, chi reagisce così, può trovare il proprio comportamento inautentico, paradossalmente, una recitazione di fronte alla recitazione originaria del genitore.
L'altro genitore soccorre, spalleggia, sostiene il figlio debole e, spesso, colpevolizza il partner per i danni provocati. 

Autenticità: può esserci dopo la fase della ribellione. Vi è un percorso di comprensione della patologia del genitore. Una presa di distanza, ma anche l'accettazione dell'emotività autoreferenziale del proprio padre, della propria madre, in quanto soggetti feriti e fragili, dall'autostima fittiziamente splendente. Non è un percorso da fare da soli. Ci vuole una terza persona, che può essere anche l'altro genitore, dopo che si è liberato ed è libero di esprimere tutte le sue emozioni. Una terza persona che aiuti a capire e a liberare il figlio dal destino di onnipotenza che sembra già scritto sul suo conto. 
Ci vuole forza, coraggio da parte dell'altro genitore per dare un senso pieno e dolce al loro rapporto e non solo pregno di rancore verso il genitore narcisista, e per colmare l'enorme carenza di amore, amore puro, che questi non dà, non riesce a dare.
  
Questi sono appunti, semplificazioni delle mille dinamiche che possono esistere in una famiglia con un genitore narcisista. Se volete aggiungere qualcosa, o raccontare  la vostra esperienza, siete i benvenuti!

8 commenti:

  1. Ma, per caso hai conosciuto mia madre?
    Io mi ritrovo nella sezione della ribellione, non solo ho preso le distanze ma regolarmente fuggo da lei dopo averla "servita".
    Se fosse stata un'estranea penserei di odiarla ma non è così, so che un giorno quando lascerà questa terra i sensi di colpa mi morderanno l'anima per non essere capace di accettarla, nel frattempo so di doverla subire fino alla fine. Anche i miei fratelli sono nella mia stessa posizione, solo il dovere ci unisce a lei che oltre al narcisismo soffre purtroppo di altre patologie psico o psichia, non so bene...

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    1. mi pare che sei più spostata sull'"autenticità". il tassello "comprensione" è importante. Non si tratta di subire ma di capire e di accettare che, purtroppo, si ha di fronte una persona con una psicopatologia. E' triste accettarlo ma ci si sente meno "vittime" del non amore. Ciao cara, grazie.

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    2. Salve a tutti..chiedo aiuto ,aiuto in quanto mi trovo nella fase di "astinenza da marito narcisista", dopo 7 anni di violenze psicologiche , esiste solo lui...lui ed il suo stress, lui ed i suoi bisogni , lui e il suo fisico, lui ed i suoi hobby,continue umiliazioni ,continue sue fughe da casa, durante le quali spariva dopo aver "creato" un litigio la cui causa scatenante era sempre la mia mancanza in qualche cosa...se non poi ritornare quasi sempre facendomi sentire una privilegiata perchè lo avevo nuovamente vicino....sola per 7 capodanno perchè aveva bisogno di ricaricarsi da solo...sola dopo 20 giorni che avevo partorito la prima figlia...sola in estate ..finchè una settimana fa mia figlia la "grande" (6 anni) mi dice :"mamma ma perchè non ti cerchi un altro fidanzato..ed io"amore ma io ho già papà"...e lei."io un uomo così non lo vorrei pensa solo a lui..e poi non c'è mai!..ho deciso così dirgli che questa volta non era lui che se ne andava ma io che gli chiedevo di andarsene, di prendere le sue cose...(di suo a casa teneva solo il cambio di 2 gg il resto dalla mamma..sempre pronto per la fuga)..padre all'anagrafe ma non ha mai e sottolineo MAI interagito con le bambine , mai un complimento per i loro progressi, guai a svegliarlo la domenica perchè lui ha bisogno di svegliarsi con "calma" , mai pranzato con loro a tavola, mai.....
      Premetto che lavoro, che la casa dove vivo con le bambine è mia e che lui ha anche casa sua..ma per comodità quando sparisce va dalla mamma (lui ha 53 anni )....adesso lui mi chiama e mi chiede di ritornare..così magari domani lo accompagno in una città distante in quanto ha un torneo di ping pong...ed io e le bimbe nel frattempo???? beh vi fate una passeggiata...ma c'è la neve e noi non siamo attrezzate...vabbè mi aspettate in macchina!!!
      Rileggendomi mi sento idiota...ma il dolore che ho dentro ,la frustrazione, il dove far fronte a tutte le sue mancanze...il dover inventare bugie alle mie figlie per sopperire alle mancanze del padre...mi fanno stare male....leggendo i vs articoli "genitore narcisista" mi chiedo quanto male sto facendo alle bambine...
      Aiutatemi a tenerlo lontano...lui mi manca...non mi ha mai dato niente..ma mi sento "strana" quasi come se avessi abbandonato senza combattere...

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    3. Cara lettrice, grazie per aver affidato il tuo dolore a queste pagine. E' un dolore condiviso, perché mentre leggo le tue parole il dolore è anche mio. Non credo che una mia risposta possa chiarire ciò che c'è dentro di te e che ti lega a quest'uomo. Molto sinceramente, ti invito a contattare un professionista per poter leggere meglio il tuo bisogno profondo. Qualche parola, comunque, sento di dirtela.
      Lui non ti ha mai dato niente. Tu hai dato tanto, c'è molto di te dentro di lui. Forse tu sei il cuore che lui non ha, la sensibilità che lui non ha, l'empatia che lui non ha, il rispetto che lui non ha. Forse, il fatto di riempire il nulla emotivo di quest'uomo ti ha fatto sentire utile, indispensabile. Non farti prendere dalla tentazione di immolarti, sacrificarti per una causa persa. Pensa alla tua salute e a quella delle tue figlie. Ti sta svuotando di energie. Riprenditi il tuo cuore, la tua sensibilità, la tua empatia, il tuo rispetto. Fallo per te, prima di tutto e, poi, per le tue figlie. Non combattere più. Cosa combatti, poi? L'idea di essere ignorata? Abbandonata? Non amata? Lo sei, a tutti gli effetti. Accettalo.
      Ti manca lui? Oppure ti manca qualcosa per cui lottare, ti manca la soddisfazione (effimera) di vederlo ritornare nonostante tutto? Ti manca l'idea di essere utile e di poter salvare quest'uomo. Disperatamente e ineluttabilmente arido.
      Salva te stessa. Abbi rispetto per te stessa.
      Abbandonalo, ma prima riprenditi il tuo cuore, che è ancora nella tasca dei suoi pantaloni, assieme a quattro monetine e a un fazzoletto sporco. Ti abbraccio

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  2. ....ho rotto con mia madre da anni,non ho voluto più subire la sua tirannia e la sua anaffettività,non ho sensi di colpa,so solo che andava evitata,è mia madre ma le parole con le quali lei mi ha offeso di continuo,le più dure non le posso dimenticare,mi sono slegata,meglio allontanare che subire,purtroppo la nostra famiglia ci condiziona,secondo me se non ricevi amore quello vero,ti è difficile anche darlo e con i miei figli a volte sbaglio,sono diventata anaffettiva anch'io,quando hai vissuto sulla tua pelle il non amore di un genitore, fai fatica ad essere diversa e migliore di chi ti ha generato,posso pensare che a volte un'offesa ti venga arrecata per rabbia o malinteso,ma quello che una madre ti può buttare addosso definendoti una bestia non può essere perdonato.

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    1. il punto di svolta di una situazione così emozionalmente triste è comprendere cos'è il "non-amore", ovvero capire in cosa consista ciò che è mancato, cos'è quel "non".
      Chiarito questo, è possibile aprirsi all'amore, con diffidenza, certo, all'inizio, e un cuore maciullato, ma si può.
      In modo da non tramandare anaffettività a chi non dovrebbe subirla, una problematica psicologica che non è la tua.
      Certi rapporti, lo so, lo capisco, sono irrisolvibili. L'importante è capire che il "non-amore" non dipende da te ma da una problematica psicologica di quello che avrebbe dovuto essere un tuo punto di riferimento affettivo.
      Certi rapporti sono immodificabili e la distanza, anche se dolorosa, è l'unico modo per non soffrire.
      Tirannia, offesa e anaffettività non sono lati del carattere ma disturbi comportamentali. Farsene una ragione è un modo per aprirsi alla normalità delle relazioni e nella normalità c'è il brutto ma anche, molto, il buono. Un caro saluto.

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    2. anche mia madre ha il distrurbo narcisistico di personalità..proprio qualche giorno fa mi ha detto che se daoeva di aver partorito un animale avrebbe abortito...poi fa delle scuse stupide e vuote giusto x pararsi il sedere...anche io l ho allontanata..mi dispiace perchè nn vuole aiutarsi ho cercato in turri i modi di convincerla a fare terapia..ma secondo lei è perfetta cosi.sono gli altri ad essere invidiosi e cattivi.e io ovviamente con loro.le ho proiboto di avere contstti con me e con la mia bambina.mai lei deve subire quello che ho subito...il trauma da narcisismo che mi ha lasciato la codipendenza..il nn riconoscere i miei sentimenti mai..

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    3. Cara lettrice, potrebbe esserci anche qualche altra psicopatologia. Fai bene, se senti minacciato l'equilibrio che si sta creando tra te e tua figlia, a non frequentare tua madre. Col tempo, e con i dovuti accorgimenti, saprai come farle frequentare sua nipote, naturalmente se lo desidera. Auguri.

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