16/09/15

E' tardi?


Ieri, tra le tante cazzate che m'infestano la bacheca di facebook, mi sono lasciato rapire, per fortuna, da questa cosa qui:


“Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho meno tempo da vivere da qui in avanti di quanto non ne abbia già vissuto.
Mi sento come quel bambino che ha vinto una confezione di caramelle e le prime le ha mangiate velocemente, ma quando si è accorto che ne rimanevano poche ha iniziato ad assaporarle con calma.
Ormai non ho tempo per riunioni interminabili, dove si discute di statuti, norme, procedure e regole interne, sapendo che non si combinerà niente.
Ormai non ho tempo per sopportare persone assurde che nonostante la loro età anagrafica, non sono cresciute. 
Ormai non ho tempo per trattare con la mediocrità. Non voglio esserci in riunioni dove sfilano persone gonfie di ego.
Non tollero i manipolatori e gli opportunisti. Mi danno fastidio gli invidiosi, che cercano di screditare quelli più capaci, per appropriarsi dei loro posti, talenti e risultati.
Le persone non discutono di contenuti, a malapena dei titoli.
Il mio tempo è troppo scarso per discutere di titoli.
Voglio l’essenza, la mia anima ha fretta…
Senza troppe caramelle nella confezione…
Voglio vivere accanto a della gente umana, molto umana.
Che sappia sorridere dei propri errori.
Che non si gonfi di vittorie.
Che non si consideri eletta, prima ancora di esserlo.
Che non sfugga alle proprie responsabilità.
Che difenda la dignità umana e che desideri soltanto essere dalla parte della verità e l’onestà.
L’essenziale è ciò che fa sì che la vita valga la pena di essere vissuta.
Voglio circondarmi di gente che sappia arrivare al cuore delle persone…
Gente alla quale i duri colpi della vita, hanno insegnato a crescere con sottili tocchi nell’anima.
Sì… ho fretta… di vivere con intensità, che solo la maturità mi può dare.
Pretendo di non sprecare nemmeno una caramella di quelle che mi rimangono.
Sono sicuro che saranno più squisite di quelle che ho mangiato finora.
Il mio obiettivo è arrivare alla fine soddisfatto e in pace con i miei cari e con la mia coscienza. Spero che anche il tuo lo sia, perché in un modo o nell’altro ci arriverai”
MARIO ANDRADE – Poeta, romanziere, saggista e musicologo brasiliano


Questa cosa mi ha rapito ma mi ha anche angosciato.
E' possibile chiudere con i compromessi, le ipocrisie? E' possibile, dopo il giro di boa, lasciare il teatro senza avere una scrittura tra le mani? E' possibile riporre la propria maschera nel cassetto del comodino, la mattina, chiudendolo a chiave?
E' possibile arrivare al cuore delle persone, circondarsi di persone che vogliono arrivare al cuore delle persone, in una quotidianità fatta di carte bollate, cartellini di riconoscimento, badge, buoni pasto, lavatrici da fare, panni da stendere, tasse da pagare, vicini di casa da pregare perché non fumino ininterrottamente nel balcone accanto, perché abbassino il volume della tv a mezzanotte e non innaffino i gerani quando ci sono i panni ad asciugare? E' possibile trovare questo "essenziale" in una vita di comunità? 
Questa riflessione - dolceamara - perché ho già una risposta razionale che mi ripeto da tempo e una flebile, seppur viva speranza che non mi stanco di cullare, mi collega ad una sensazione di rabbia che ho provato di recente, scaricando alcuni libri di self empowerment dal mio kindle.
Ingegneri, ragionieri, impiegati pubblici che hanno messo fine alla loro attività da dipendente, hanno scritto un libro, aperto una pagina su facebook, spiegando a una marea di frustrati com'è bello lasciare il proprio lavoro, sorridere alla vita,  collegarsi al proprio vero Sè, essere finalmente liberi da catene fisiche e psichiche e fare quello che si vuole: ovvero, perdonatemi: un cazzo.
Sì, perché è facile pontificare, ammiccando con la t-shirt ganza e il capello arruffato, dicendo quant'è bello vivere liberi.
Questi pseudopsicologi del benessere psicofisico e dell'energia libera, si dimenticano di dirvi che ora il loro lavoro è questo: fare l'easy guru
Guadagnano con le loro frasette new age e i loro sorrisi aperti. Il loro nuovo lavoro è questo. Ovvero: un cazzo.
Magari hanno una persona accanto che si fa un mazzo così in ufficio, arrivandoci prendendo tre metro e due autobus, e loro se la spassano dicendo quant'è bello lavorare, dove vuoi, col pc portatile.
Quando qualcuno gli scrive: "mi hai convinto a lasciare il mio lavoro e io ora non so cosa fare, mia moglie ha chiesto la separazione, non so cosa dare da mangiare ai miei figli e non vedo prospettive, a 40 anni passati, con un diploma di ragioneria", cosa rispondono? "Troverai le risorse dentro di te, come ho fatto io, abbi fiducia!". 
La vita di relazione è fatta anche di responsabilità, ovvero della consapevolezza di poter/dover dare risposte di qualità e affettivamente pregnanti alle persone che si amano.
La totale libertà personale, anche se "totale" è una parola grossa anche quando siamo da soli in un eremo, in Tibet, è incompatibile con una vita di relazione progettuale e matura.
Questi qui che inneggiano all'immaturità allegra, alla vitalità svincolata da responsabilità, appunto, vogliono solo vendere i loro libri, i loro audiocorsi, la loro immagine. 
Finché uno, poi un altro, poi un altro ancora, poi altri cento, tenteranno di venderci questo stesso modello deresponsabilizzante e diventeranno, a loro volta, dei guru. 
Ci saranno troppi guru, un esercito di guru e non si guadagnerà più con le guide al self empowerment. Magari qualcuno comincerà a parlare di com'è bello fare il pane, che non ci sono panifici degni di questo nome nelle nostre città, che è cosa buona e giusta specializzarsi, seguire la propria passione e metterla al servizio dell'organizzazione, che non è solo un carcere ma, a volte, un'ottima possibilità di sviluppo personale. Per adesso ci sono gli easyguru, Che ti dicono che non è mai troppo tardi per inseguire un sogno di libertà, che con la libertà puoi guadagnarci, puoi viverci, puoi far progetti.
Per ora è così. 
Finché non svenderanno a 0.99 i loro libri sull'autostima libera da compromessi.

Scusate, dimenticavo da dove ero partito... la poesia di Andrade è bella. Fa bene al cuore, come una buona tazza di caffè, in pausa pranzo, tra una scartoffia e l'altra, tra una scadenza e l'altra.

9 commenti:

  1. e poi ti dicono che, tutto sommato si può vivere con poco.
    che si tratta di imparare a non riempire necessariamente l'armadio, ma avere pochi giusti capi. tanto sei libero zzo tene frega. fare la spesa al mercato, comprare solo il necessario e si può campare tranquillamente anche con 400/500 euro al mese...
    poi mi diranno come fanno a pagare affitto/mutuo e (il mio incubo) la bolletta del gas. per dirne due... quindi... o ti vendi le chia... ehm... diciamo che ho elargisci qualcosa di tuo così come si fa con il mais in piazza san marco, o qualcosa di fatto non mi torna.

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    1. ma poi.. se non lavori.. chi te li dà quei 4/500 euro al mese?

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    2. ahahahahahahah quella del mais rende l'idea perfettamente.

      applause!!!!

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  2. caro bruno,giustissimo commento il tuo,la tanto osannata libertà non esiste,è una parola che acquieta gli animi in subbuglio,ma è assolutamente impossibile,quando si pensa che ad una certa età si è vicini all'aldilà (se esiste),si ripensa a ciò che si è perduto,che non si è visto,che non si è afferrato,magari passato accanto inavvertitamente e che non abbiamo saputo cogliere,al pensiero che avremmo potuto vivere diversamente,in meglio,soddisfatti e non dolenti,e poi ti si para davanti la quotidianità,e ti accorgi che i gesti sono sempre quelli,non ce la fai a cambiarli,forse è così che dev'essere,non ne hai colpa,volevi essere libero e vivi invece la tua prigione,quando senti dire "nel 2025,30,40,ti viene in mente che non ci sarai più,e una stretta al cuore ti riempie di immensa malinconia....

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    1. la mia risposta razionale è: ok, siamo d'accordo, la vita non può mai essere un concentrato di libertà pronta ad espandersi come e quando vuole. La mia speranza è: sì, è vero che abbiamo dei vincoli, non possiamo non averli: vincoli sociali, psicologici, di status, ma possiamo essere liberi di sceglierci gli affetti, possiamo scegliere chi amare e da chi essere amati, e questa è una grande libertà, una fonte di benessere che nessuno ci può togliere. Questo benessere, se abbiamo amato e abbiamo dato la nostra fiducia alle persone giuste, ci accompagnerà fino alla fine e sarà tramandato. Ciao, un caro saluto!

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    2. ti rispondo,molti di voi psicologi (ghi) quando fanno certe affermazioni,devono sempre tener conto di tutte quelle persone che nella loro vita non hanno trovato amore per motivi di qualsiasi ordine,per la propria storia,il vissuto sociale,familiare,o il cosidetto incontro che non ti aspetti,nella vita bisogna fare le giuste conoscenze,io sono una persona sola,che dopo un matrimonio fallito e poco felice,non ha avuto modo di incontrare più amore,anni di cieca perseveranza che non ha portato i frutti desiderati,allora,dimmi,se vivi senza affetto secondo te soccombi? no, te ne fai una ragione,se non ti arriva,vuol dire che forse eri destinato ad altro,ti adegui e poi permettimi,è così tanto difficile relazionarsi che forse alla fine prevale l'amore per te stesso,scevro da compromessi e falsità.

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    3. Per affetti, intendo persone cui voler bene e da cui farsi voler bene. Non necessariamente dei partner.
      Chi rinuncia ad amare gli altri e a farsi amare, credo non ami nemmeno se stesso. Sì, soccombe. Galleggia. Rimpiange. Invidia. Osserva da lontano. Mi dispiace molto per lui, per lei. Andrebbe aiutato. E non ti parlo da psicologo. Ciao

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  3. Bellissime le parole di Andrade col suo bisogno di andare all'essenza delle cose, soprattutto se il tempo che resta è meno di quello già trascorso.
    Anch'io mi sento così e a volte avverto l'angoscia del bambino che, finite le vacanze, al momento di tornare a scuola si accorge di non aver fatto i compiti.O perlomeno non tutti.
    Però le tue parole sono piene di sana concretezza!!! Per collegarsi al proprio vero sè, la soluzione non è mollare tutto a favore di un malinteso senso di libertà, ma accettare di confrontarsi quotidianamente con la propria imperfezione - e con quella degli altri - e non smettere MAI di ricercare il cuore in te, negli altri, nella vita, ma non quella generica, ma la tua quotidiana, proprio quella dove ti fai un mazzo così!!! Ho conosciuto anch'io persone che ti liquidano con la frasetta new age ma ho imparato a non fidarmi.
    La vita di tutti i giorni è dura, ma in compenso vera e non artefatta.
    Grazie di tutto l'aiuto che ci dai con i tuoi post!
    Buona giornata!!!

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    1. Annamaria, grazie a te, le tue parole mi accarezzano.
      Dobbiamo impegnarci, tutti quanti, perché le nostre giornate, le nostre routine siano oneste, buone, socialmente coinvolgenti, più rispondenti alle nostre attitudini. Non possiamo fuggire.
      Grazie ancora, mi fa piacere sentire di essere d'aiuto.
      Ciao!

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