07/10/15

Due birre



La sala liberty è proprio bella.
Il tetto decorato con fini e armoniosi intrecci di fili di gesso, sovrasta uno spazio racchiuso da colonne di marmo. Siamo seduti, attenti a ciò che dice il presidente. Alzo la mano, dico la mia. Il direttore del personale, una donna elegante coi capelli rossi, molto truccata, viene verso di me. "Come si permette? Le sue parole sono inutili. Non ha capito mai niente e non capirà mai niente. Stia zitto e faccia il suo lavoro, per quel poco che riesce a fare".
Scatto in piedi, rovente, furioso. "Come si permette lei! Ma si è vista in faccia? E' finta! Tutto quello che dice, è finto. Lei è potente, è forte, ma cosa c'è dietro il suo trucco, dietro il fondotinta, il rossetto, cosa c'è? Non comunica emozioni, non trasmette nulla, nulla!".
"Vada via, esca!", mi dice indicandomi la porta.
Vorrei che qualcuno dei miei colleghi si alzasse, prendendo le mie difese. Certo, il presidente non può mettersi contro il suo dirigente di fiducia. Ma almeno i miei colleghi! Muti, increduli, appiccicati alle loro sedie.
Mi sento solo, molto solo.
Si alza Pasquale, il fannullone, lo scansafatiche conclamato, quello che tira avanti a forza di richiami disciplinari e sanzioni. E' così dai tempi del militare. Noi a spasso per la città in libera uscita e lui chiuso in camerata, sempre in punizione.
"Vieni, andiamo via, ti offro una birra".
Che faccio? Se vado con lui, sarò per tutti come lui. E' anche vero che oggi ho detto veramente quello che pensavo e ormai non posso più tornare indietro. Ho anch'io un'etichetta.
Ma che vadano al diavolo!
Mi avvicino a Pasquale e usciamo.
Stiamo in silenzio, ci lasciamo dietro di noi il Palazzo con le sue vetrate policrome.
"Dai entriamo al bar" m'invita.
Io mi fermo e balbetto: "Pasquale, ma questo è il bar del convento, vuoi che vendano birra?".
"Entra, abbi fede!".
Entriamo.
Una suora al bancone ci sorride. Ci sono un paio di vescovi, qualche prete e qualche suora. Lo stereo diffonde musica classica.
"Due birre!", chiede Pasquale.
La suora spilla con dimestichezza due bionde. Pasquale m'invita a brindare.
Bevo di gusto. M'accorgo di avere tanta sete. Lo guardo commosso e con riconoscenza.

7 commenti:

  1. Ho sempre pensato anch'io che il trucco, più che ad abbellire serva a nascondere..., forse sarà per questo motivo che il mio viso, a parte qualche rara occasione, oltre all'obbligatoria scivolata di rossetto, non si concede altro. Comunque, che dire del Pasquale? Potrebbe essere l'amico che non ci si accorge d'avere. Peccato che di Lui prevalga il suo lato peggiore. Credo che in fondo .. sia "bello dentro", perchè sa tendere la mano.
    Ehi,non sarai mica tu ad essere stato sbattuto fuori dalla racchia mascherata di fondotinta, vero? :-)))
    Ciao. Buona giornata.

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    1. Credo che Pasquale faccia emergere intenzionalmente il lato peggiore e, comunque, una volta attaccato il cartellino, la traghetta identificativa, l'etichetta, difficilmente puoi togliertelo di dosso. Diventa pregiudizio.
      Questo sogno è l'apripista per un altro post che verrà, quanto prima. Ne avevo bisogno. Mi ha aperto letteralmente uno squarcio dentro. Ve ne parlerò.
      E...sì sono io che vengo sbattuto fuori. Più che racchia era artefatta, quella donna. Forse, nascondeva solo rabbia e nulla più, dietro il trucco e il parrucco.
      Grazie cara, a presto!!

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  2. ho appena scritto il post sulle bugie, vengo dietro al tuo commento e trovo questo. la rossa di plastica (una bugia con le gambe), l'amico che non ti aspetti.... la vita è strana, in un attimo tutto puo' cambiare. ma la verità non puo' fare che bene, alla fine, non puo' che essere detta. certo ci vuole un po' di coraggio ma si puo' fare.
    aspettiamo il prossimo post

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    1. Grazie Sandra, del tuo intervento e grazie per il tuo coraggioso piatto ;-) che cercherò di veicolare a casa...

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    2. tu falla e non dire che cos'è, funziona sempre.... poi quando se la saranno mangiata gli dici che era fatta con code di topo e nidi di serpente e non con le bucce e gli scarti :O)

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  3. Bel post! Ci vuole assolutamente il coraggio della verità, di dire una volte per tutte che l'aria fritta è aria fritta, le cavolate cavolate e via dicendo. Certo, se hai davanti persone di plastica devi aspettarti che non capiscano e reagiscano male. Ma è consolante la comprensione che scatta invece da parte di chi magari è stato considerato sempre l'ultimo della classe, persone che con la loro umanità ci salvano e ci aiutano concretamente. Persone sorprendenti e verissime della cui esistenza ringraziare il cielo.
    Un abbraccio!!!

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    1. Vero. Persone sorprendenti e bellissime. Grazie Annamaria!

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