24/02/16

Comoda galera




Fai le stesse cose. Di sempre. Ogni giorno le stesse. Ti bastano, dici. Poi ti tuffi nel tuo lago di rimpianti e annaspi, cercando di far capire che sai nuotare. Meglio non rischiare, cerchi di convincermi. "Tanto m'andrà male. Come sempre. Gli altri sono più fortunati", affermi scuotendo la testa. E sorridi, ma lo sguardo è rassegnato. "Non sono pessimista! Sono realista!", mi dici. Ma non ce la fai più a guardarti intorno con circospezione, perché può esserci il pericolo dietro l'angolo. Sei morso dalla stanchezza. E non sogni più. 
Non ti tuffi nella mischia. Non ti metti in discussione. Non sbagli più, perché non provi più.
Eppure, sei giovane, forte, intelligente, hai un bel sorriso e occhi trasparenti, pieni di luce. 
Vivi in una galera. Con tutti i comfort. Comunque, dietro le sbarre. Non ti sento mai ridere di cuore. Non ti ho visto mai piangere, nè di gioia, nè di dolore. Hai paura.
La tua paura, irrobustita da anni di giudizi sul tuo conto, di sottili, impercettibili svalutazioni, di una protezione fatta a fin di bene che nascondeva una sfiducia nelle tue possibilità, la tua paura si è trasformata in comoda routine dove stai soffocando, nonostante il materasso morbido su cui ti corichi la sera, il cuscino di piume danese su cui poggi il tuo volto teso, prima di non sognare il tuo sogno più bello. 
Liberati! Abbi fiducia nelle tue emozioni! Lasciati abbracciare dal destino, dal futuro che temi e credi di controllare.
Ma il futuro non si può controllare, il destino non si può dirigere. Stai controllando solamente il tuo presente, lucidando ogni giorno di più le sbarre che ti separano da ciò che ti renderebbe una persona libera, più felice di quanto tu creda di esserlo adesso. 
La possibilità di sbagliare, di ricominciare, di rinnovarsi, di condividere se stessi, le proprie fragilità, la propria forza, le proprie lacrime e i sorrisi, di ridere di se stessi e di trovare un nuovo amico laddove credevi ci fosse un nemico, un abbraccio caldo e destabilizzante. Questo è ciò che c'è là fuori. Non è comodo ma ti fa sentire vivo. Ora lo sai.

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