02/04/16

Cuore di cane



Quel pomeriggio Bruno non aveva voglia di studiare.
Non era una novità. Preferiva smanettare sullo stereo argentato facendosi rapire da canzoni e parole.
S'appoggiò al vetro della veranda. Guardò fuori.
L'immenso aranceto che si fermava nella linea blu del mare stava per essere mangiato dal cemento. Sapeva che da lì a due anni quella striscia di blu l'avrebbe solo immaginata dietro agli undici piani di cemento armato dei mostri in costruzione.
Il cielo di dicembre si fece grigio e cupo. Cominciò a piovere a dirotto.
Gli piaceva guardare l'acqua scrosciare sul vetro della finestra.
Cambiò frequenza.
Un signore dall'accento pesante stava leggendo un indovinello. In palio un disco.
L'emittente non la conosceva bene. Era una di quelle di periferia ma aveva un'ottima emissione, chiara, limpida.
Telefonò.
Vinse.
Si mise in contatto con lo speaker.
- Che disco vuoi?
- Veramente mi piace l'ultimo della Mannoia...
- Ma in diretta non mi hai detto che avevi sedici anni?
- Sì, ho sedici anni. Diciassette a febbraio.
- La Mannoia...
E cominciò a ridere. Poi continuò.
- Senti, io ti faccio trovare il disco della Mannoia, vieni fra qualche giorno, ok? Venerdì prossimo. Sì, venerdì è il giorno giusto. 
- Posso venire solo di pomeriggio. La mattina sono a scuola.
- Va benissimo.
- Arrivederci.

Bruno pensò di essere stato preso in giro. Glielo disse pure suo padre: "nessuno regala niente per niente".
Decise di non andare. Magari era tutta una messinscena, quella del disco in regalo. Così, per aumentare gli ascolti.
Venerdì pomeriggio, però, decise di andare in radio, non dicendo nulla a casa.  S'inventò che avrebbe dovuto comprare un libro di scuola.
Era curiosissimo di vedere com'era fatta una radio. Quella si trovava in uno stabile vicino al Ponte del fiume Oreto.
Ci andò a piedi. Faceva un freddo strano, il freddo dicembrino di Palermo, folate di freddo e folate di caldo, alternate.
Nonostante la bruttezza di quella strada, le luci colorate del Natale che incorniciavano le insegne delle botteghe rendevano quel pezzo di città quasi romantico. Di una romantica desolazione.
Il fiume coi suoi liquami scorreva veloce verso il mare. Bruno si sporse leggermente dal ponte. In mezzo al fiume c'erano lavatrici e frigoriferi arrugginiti.

Arrivò. La radio si trovava al dodicesimo piano. Gli aprì un quarantenne con una faccia da illusionista da circo: capelli neri impomatati, sguardo scuro e penetrante, pallidissimo.
Gli fece visitare l'emittente. Niente di che. Un appartamento appena intonacato con quattro mobili in croce e una saletta regia dietro una vetrata ricavata in una parete in cartongesso.

- Mi dispiace ma non ho potuto comprare il tuo disco... abbiamo avuto da fare qui, stiamo rinnovando la radio, abbiamo preso dei contatti con un network nazionale e ci vogliamo presentare bene. Cos'era? Paola Turci?
- No, l'ultimo di Fiorella Mannoia.
- Senti, facciamo così. Ti faccio una cassetta con venti canzoni, belle belle, attuali. Che ne dici? E te la vieni a prendere, che ne so, dopodomani, eh?
- Ma io mi aspettavo il disco.
In modo un po' spocchioso, l'uomo prese il portafogli.
- Tieni ventimila lire e vatti a comprare il disco che vuoi, ma dopo torna qui che voglio sapere se sei andato a comprarti il disco o a fare altro. Dammi il tuo nome, cognome e numero di casa.

Il ragazzo si sentì umiliato. Ma anche coraggioso. Percorse un chilometro a piedi. Cominciò a piovere. Si riparò sotto la pensilina dell'1 che passò due minuti dopo. Lo prese al volo. L'autobus era quasi vuoto.  Bruno aveva la mano nella tasca dei jeans e toccava il foglio da venti. Era contento ma inquietato da quell'incontro. Aveva notato un divano letto e una specie di cucina in una stanza della radio. Come se ci dormisse qualcuno. E pochissimi dischi.

Arrivò in Piazza Stazione. Scese dall'autobus. Non pioveva più. Due uomini dell'est suonavano le cornamuse. Si avvicinò alle bancarelle all'angolo di Via Maqueda. Ce n'erano due che vendevano musicassette e dischi. Molta roba fasulla, alcune cose originali.
Trovò il disco alla seconda bancarella. Cellofanato e lucido.
Tornò quasi di corsa in radio. Aveva duemila lire di resto con sé. Era eccitato, contento, fiero del suo acquisto.
L'uomo allampanato prese il disco, lo maneggiò con un'espressione divertita.
- Ma ti piace veramente, allora.
- Saranno belle canzoni - Bruno gli porse il resto.
- Tieni pure le duemila lire. Prenditi l'autobus che piove.

Quella sera il ragazzo lo suonò cinque volte. Fece tardi ma non gliene importò.
L'indomani a scuola non erano previste interrogazioni.
Lo colpirono soprattutto due pezzi: Cuore di cane e Lunaspina.
Cuore di cane gli sembrò una poesia in musica e sognò di essere lui il ragazzo della canzone, in fuga, sperso nel mondo, accarezzato dalla luna.
Lunaspina gli metteva tristezza, e sentiva ogni volta un groppo in gola. Gli parve una canzone di disperazione e speranza ma non capiva quale dei due sentimenti prevalesse.

Ascoltò quel disco tante volte.
Credette di essere l'unico sedicenne che s'emozionasse così, al suono di quelle note e di quelle parole così profonde. Si rincuorò, poi, quando Rosangela, la sua compagna di classe, gli chiese di farle una cassetta con le canzoni del disco. Non si sentì più così strano.

Se chiude gli occhi, adesso, a distanza di venticinque anni, Bruno riesce a rivedersi sdraiato sul tappeto persiano rosso e oro del salotto di casa, di fronte a lui il disco che gira, nelle orecchie il rumore dolce della puntina che scorre nei solchi.
Risente anche il battito lontano di un cuore che corre verso le stelle e non si vuole fermare.



5 commenti:

  1. sai che non ricordavo la banconota da 20mila lire? era talmente rara che credo di non averla mai vista in vita mia...
    per il resto...
    bello.
    bello bello bello.

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    1. sai che adesso che mi ci fai pensare non ricordo se il tipo mi diede 20000 lire intere o due pezzi da dieci? Forse mi confondo con i venti euro. una vita fa...
      ciao cara, grazie!!

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    2. beh esisteva fino alla metà degli anni '80 ma pare che ne vennero stampate poche... (mica lo so eh... è che da curiosa sono andata a cercare :P, quindo potrebbe essere eh, non era una critica. anzi!)

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  2. Arrivo in ritardo come sempre...ma prima ero in viaggio all'estero e poi a letto con la bronchite!
    Questo racconto è bellissimo e non solo per il contenuto, ma anche per il modo in cui è scritto: ha i ritmi giusti....e te lo dice una che ha un blog di musica!!! :)

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    1. Sei nutrimento per la mia autostima. Grazie!!!! Ciao!

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