15/11/22

Pochi e buoni


Questa cappa grigia dietro la finestra mi spinge a scrivere; la cupezza di questa giornata è irrimediabile. Devo far uscire il grigio che c'è anche in me. Ritrovare colori. 

La scrittura non è il mio miglior modo di comunicare. Non sarà mai il mezzo che mi lega agli altri. Amo toccare le mani, baciare, abbracciare, guardare negli occhi. Parlare. Comunicare, per me, è un'esperienza mentale, emotiva e corporea. Scrivo per incontrare, il bello viene dopo.

La mia scrittura, che sto cercando di affinare, è realistica, dicono.  

Credo che in ogni gesto ci possa essere poesia o una concentrazione di senso. Descrivere un gesto, per come viene agito, può dire molto, può rivelare molto. Se il mio realismo svela, scrivere realistico mi piace. So di scrivere semplice. È un po' un mio cruccio, perché mi sento sempre meno bravo degli altri con le parole. Scrivo ciò che è fruibile. Mi consolo con questo.

Non ritengo di essere bravo a scrivere. Il talento della scrittura è un'attitudine. Io so scrivere, ma non ho il talento dello scrittore. Nessuno piangeva quando leggevo i miei temi, in classe; nessuno, oggi, mi dice che ha pianto leggendo un mio post o un mio racconto. Non ho il talento dello scrittore che scuote le viscere.

Una mia compagna di scuola sì, ce l'aveva questo dono. Oggi fa la proctologa. Bravissima. Spero che abbia continuato a scrivere. Chissà da cosa prende ispirazione, se scrive ancora. So che lavora dodici ore al giorno, tra ospedale e studio privato. Scriveva dei temi fantastici.

Alle medie partecipai a un concorso. C'era da fare un tema sulla mafia. Mi classificai secondo. La mia compagna, quella che vinse, era stata più obiettiva, mi dissero. Io calcai la mano sul senso di oppressione, la paura, il disagio. Mi dissero che avevo scritto un buon tema ma fu lei l'ospite d'onore al Giornale di Sicilia. Io no.

Su facebook partecipo a un contest di brevi racconti. I miei like si fermano a 47. Sempre gli stessi. Non supero l'asticella psicologica dei 50. Due domande me le faccio. 

Una decina di anni fa conobbi un blogger che scriveva le mie stesse cose. Oggi è uno scrittore famoso e un suo post viene condiviso dalle 5000 alle 10000 volte. Credo sia destino.

Il mio destino è il riscontro piccolo. Non posso farmene una dannazione. Probabilmente la cerco anch'io la nicchia, il ristretto. Desidero visibilità ma non amo i riflettori addosso. Voglio parlare di me ma ci tengo alla mia privacy. Insomma, credo di meritarmi ciò che ho: il poco ma buono, sparuti ma affezionati, il valore intrinseco, la stima concentrata e non diffusa.

La verità è che ancora ho paura di mostrarmi. A quasi cinquant'anni ho paura di essere fagocitato da qualcosa di cui non ho il controllo, che può essere anche una moltitudine di persone, o la notorietà, la folla.

Non ho questa solidità sociale. Forse non l'avrò mai. Per esempio, all'Esselunga, che mi dà una sensazione di straniamento quasi agorafobica, preferisco il piccolo market all'angolo di casa. La folla mi inquieta.

Ricomincerò a scrivere dei fatti miei in questo blog.

Ho terminato il mio lungo racconto iniziato un paio d'anni fa. Lo sto rivedendo. Mi piace molto. È stato bello scriverlo, talento o meno. 

Sono felice di poter scrivere qui, di poter parlare alla mia nicchia, che è più un soggiorno con un camino, lo vedo così, sarà il grigio fuori. Un camino acceso e crepitante. 

Se volete, due pasticcini sono graditi. Io faccio il tè.

4 commenti:

  1. Bruno, tu scrivi benissimo. Sì, con molto realismo, talora anche crudo, ma quella che tu chiami semplicità - "So di scrivere semplice" - non è un difetto, anzi! Al contrario la tua è sintesi efficace e accattivante. E non far caso a quelli che non hanno pianto leggendo un tuo tema, i tuoi racconti ci raggiungono ancora più a fondo. Ed è bello sedersi davanti alla tua nicchia, col camino e il fuoco crepitante.
    GRAZIE!!!

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    1. tu sei un tesoro, come sempre. Allora accomodati :-)

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  2. Mi piace ciò che hai scritto e come scrivi in generale. E te lo scrivo nel modo più semplice che posso. Buona serata Bruno e grazie per questa familiare ospitalità.

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