Quest'anno ho perso la casa dalle persiane verdi. È stata venduta. La decisione non l'ho presa io.
È la casa delle mie estati, della mia infanzia perduta, del mare che non ho più accanto.
Ho sofferto molto per questa casa. Ho pregato che nessuno la comprasse o che, un giorno, l'avrei comprata io.
Invece, qualcuno l'aveva già adocchiata nonostante fosse poco meno di un rudere.
Per molte notti ne ho sognato ogni angolo. L'ho sentita mia, l'ho odorata, l'ho toccata. Ho pianto.
Fino a stanotte.
Uno di quei sogni di cambiamento.
Mi trovo lì, come altre volte, per un weekend. So che è stata venduta ma non me ne importa nulla.
Entra un tizio, credo un agente immobiliare e mi mostra la casa ristrutturata, alcune pareti non ci sono più, c'è un bagno dove non c'era, i pavimenti sono gli stessi, ci sono i vecchi mobili restaurati. In alto una specie di soffitta con un tetto a vetri dal quale si vedono la luna e le stelle. Mi accorgo del sacco dell'immondizia testimone della mia permanenza. Lo allaccio e lo prendo.
Sono colpito dalla bellezza della casa, è rimasta quella di prima ma notevolmente migliorata, ammodernata, con più confort.
Dico all'agente che mi piacerebbe prendere un caffè col nuovo proprietario anche per complimentarmi per la cura e il rispetto che ci ha messo nel rimetterla in sesto.
Così, con l'immondizia in mano, me ne vado. Più sereno. Con un vuoto un po' più colmo nell'animo.
Nessun commento:
Posta un commento
commenta perché... condividere fa bene!