25/03/15

Acciaio



Lo so, lo capisco. E' faticoso difendersi sempre, parare i colpi, abbracciarsi da soli per paura di essere esposti alla violenza. Si diventa d'acciaio, guardinghi, difesi, appunto. E si è stanchi.
E' ancora più doloroso quando ci si difende e si è arrabbiati per i torti subiti, per le ferite profonde ancora sanguinanti, per le assenze incolmabili. 
La rabbia ispessisce l'acciaio e la difesa diventa rancorosa, senza speranza, chiusa, soffocata. 
Lo so, lo capisco, è difficile smantellare le difese, fondere l'acciaio.
C'è bisogno di qualcuno che rispetti questa vulnerabilità e questa rabbia, che non fugga di fronte alle lame affilate e agli scudi. 
Lo so, lo capisco, dentro l'armatura c'è un cuore bambino che batte, un pianto a singhiozzi sedato, piccole speranze che ancora possono essere risvegliate.
Dietro la difesa c'è vita legata, soffocata. Ma c'è vita e la vita è anche gioia, tenerezza, amore.
Lo so, lo capisco, gioia, tenerezza e amore ti fanno sentire forte la paura dell'abbandono. 
MA IO CI SONO.

6 commenti:

  1. caro bruno,attendo sempre di rileggere quanto scrivi,per poi postare un breve mio pensiero,quasi volessi aggregarmi ad un qualcosa che ritengo concreto,di aiuto e di riflessione com'è il tuo blog,detto questo ritengo che la solitudine è la VERA compagna dell'uomo,nella quale ci si riconosce come individui,e che ci permette di permeare con l'introspezione questa a volte arida e misera quotidianità,il mio percorso personale l'ho fatto assieme ad essa,non avendo riferimenti all'esterno ne persone su cui contare.....capita,che ad un certo punto e per ironia della sorte ,di ritrovarsi soli,e per non smarrirsi si comincia a star bene per conto nostro,limitandosi a non svalutarsi come persone,ma chiamando a sè le proprie risorse e il proprio credo,insomma , a me fa bene la solitudine,sbaglia chi l'allontana per paura di riconoscersi e far venire a galla le proprie mancanze,convivere con gli stati dolorosi matura,tralasciando le sciocchezze,le ipocrisie e il perbenismo tipico di questa società....

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  2. Certamente. La solitudine è una condizione non disprezzabile, anzi, a volte è l'unico modo per rassettare i pensieri e comprendersi meglio. La solitudine può essere creativa, rilassante, mistica... Attraverso la solitudine, il sentirsi come parte autonoma rispetto a qualcosa con cui si è stati in simbiosi, avviene il passaggio fondamentale tra iul dipendere e il crescere, autodefinirsi e svilupparsi.
    E' la solitudine rancorosa e sfiduciata, quella senza speranza che esclude a priori l'incontro positivo con l'altro che è dannosa, molto dannosa. Perchè anche l'altro è una risorsa, non solo una potenziale minaccia.
    Grazie cara lettrice, a presto

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  3. Chi non desidera una storia d'amore con l'uomo o la donna ideale?

    Chi non sogna di avere dei genitori che ti sappiano amare e solo amare per ciò che sei e ti insegnino a dare e ricevere amore, ma quello vero che prevedere l'accettazione dell'altro come diverso?

    Chi non vorrebbe accanto a se amici veri, di quelli che hanno sempre la "giusta distanza", che non conoscono invidia, arroganza, presunzione, che ci sono sempre anche quando sono lontani?



    Purtroppo però la vita ci insegna che non sempre tutto questo accade. Non sempre ci imbattiamo nelle persone "giuste". Capita spesso di incontrare invece dei "vampiri affettivi" tra genitori, parenti, amici, amanti.



    Questi "vampiri affettivi" sono persone malate d'amore, sofferenti, piene di rabbia interiore che per sopravvivere succhiano le qualità e le energie vitali degli altri. Si attaccano alle nostre ferite come un parassita. Possono essere più o meno pericolosi, cioè possono oscillare dal semplice "stronzo" ad un vero e proprio psicopatico.



    Tutto questo viene tantissime volte sottovalutato, sminuito, considerato non grave o persino ritenuto normale. Per mille motivi. Masochismo, ignoranza, incredulità, manipolazione ad alto livello.



    Ma se si inizia a capire, a prendere coscienza di queste dinamiche, a mio avviso, occorre tener conto di alcuni punti fondamentali:


    1) ACCETTARE LA REALTA'. Occorre accettare che genitori, moglie, mariti, amici possono essere degli stronzi, narcisisti, psicopatici che ci faranno soffrire tutta la vita se decidiamo di restare accanto a loro.



    2) NON INVIDIARLI. Sono persone che soffrono anche se fanno di tutto per dimostrare il contrario. Non sono persone da invidiare. Anzi, soffrono perché non hanno qualità emotive legate ai sentimenti. Non stanno meglio di noi, lo ostentato solo. Spesso godono nel vederci stare male perché loro non riescono a stare bene.



    3) NON CHIEDERE A LORO QUELLO CHE MAI TI DARANNO. Una volta comprese le dinamiche distruttive che queste persone mettono in atto occorre allontanarsi, scappare, o quanto meno applicare l'indifferenza emotiva. In pratica bisogna smettere di chiedere amore a chi mai e poi mai potrà darlo. Alcune persone possono anche illuderci, farci passare bei momenti ma non esiste nessun vero amore dietro ai loro comportamenti.



    4) SMETTERE DI "EROTICIZZARE" IL DOLORE. Chi è stato abituato a soffrire da piccolo spesso gode nel soffrire, nel non essere amato, nell'essere ferito. Tutto questo masochismo emotivo va compreso e occorre lavorare molto su se stessi per fare in modo di non cercare a tutti i costi altra sofferenza. Quindi in realtà bisogna curare lo stronzo, narcisista, psicopatico che è dentro di noi.

    Paolo

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    1. Condivido, l'unica cosa che mi sento di non accettare è l'erotizzazione del dolore. Non è che si erotizza il dolore e masochisticamente il bambino ferito diventa un adulto in cerca di dolore. Il dolore è l'unica via di scampo. Il solo chiedermi "sono amato?" presuppone l'1% che io lo sia. Dove c'è indifferenza, odio, sopraffazione, c'è comunque un oggetto affettivo di fronte a me. L'attenzione, seppur narcisistica, seppur a intermittenza, seppur egoistica pare bastarmi. Non è masochismo ma profonda solitudine, assenza di speranza che qualcos'altro ci sia. A volte un narcisista incontra un altro narcisista. Quest'ultimo è nascosto, subdolo, attendista. Lì è tutto un altro discorso. E' un gioco di attacchi e fughe manipolatori e contromanipolatori. Caro amico mio, perchè hai fatto passare tutto questo tempo? Un abbraccio sincero.

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  4. Forse sono le grandi aspettative che ci rendono vulnerabili, se riuscissimo ad essere più pragmatici riusciremmo a vedere le cose e le persone per come sono realmente, forse avremmo meno paura, l'acciaio diventerebbe più flessibile, e la solitudine più dolce.
    In fondo
    « Ognuno sta solo sul cuor della terra
    trafitto da un raggio di Sole:
    ed è subito sera. »

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    1. secondo me, ognuno può stare anche da solo sulla Terra, ma la vicinanza di qualcuno che gli vuole bene è come un caldo raggio di sole sul petto.
      Sì, le aspettative ci rendono vulnerabili. Il pragmatismo è una buona cosa ma per vedere le persone come sono realmente non dovremmo mai abbandonare nè il richiamo delle nostre emozioni, per decodificarle, nè il nostro innato sesto senso. Ma poi, come sono le persone realmente? Ogni persona è reale, quanto il nostro sguardo nell'osservarla. Torniamo sempre lì, all'aspettativa. Ottimo se nelle relazioni ci fosse un incontro armonioso di aspettative non disgiunto da un ottimistico slancio alla crescita condivisa. Ciao Marisa, grazie

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