31/08/19

Cavatina

Ci sono momenti in cui ho bisogno di musica, la mia musica, quella speciale colonna sonora che ha segnato, raddolcito, scosso alcuni pezzi della mia vita.
Un suono che ha cullato molte mie sere è quello della cavatina del Cacciatore.
La ascolto anche adesso. Che meraviglia! Mi passano innanzi le immagini del film e le immagini delle mie sere di quando ero più giovane. Molte in solitudine, altre affacciato a finestre con paesaggi sconosciuti che credevo ostili, poi divenuti scenari pacifici delle mie scelte, quelle sì, improvvise e destabilizzanti.
Mi viene in mente un episodio buffo.
Ero io, mia moglie e la nostra primogenita, poteva avere un anno, nella hall di un quattro stelle della costa adriatica. Era una delle nostre prime estati nel mare verdescuro della laguna veneta. Volevamo fare tre giorni come si deve in una bella struttura. La clientela era snob, gente da quattro stelle. In particolare una famiglia faceva di tutto per non incrociarci. Noi non siamo così rozzi, ma l'aristocratico riconosce annusandolo il suo simile e noi puzzavamo di mutui, sacrifici, chimere. Quella sera fuori c'era freschino e forse pioveva, non ricordo bene. La figlia tredicenne del cliente snob intona qualcosa al pianoforte, il padre la ascolta a occhi chiusi e annuisce. La ragazzina suona bene come suona bene una tredicenne, ma è una melodia che anche se suonata male è bella. L'uomo si complimenta con la figlia, mi alzo e lo faccio anch'io. "Cavatina, un brano magico", dico. L'uomo trasecola "Ah, lei conosce questo brano". "Certamente. Non solo lo conosco ma lo amo molto e sua figlia l'ha eseguito molto bene. La bella musica unisce generazioni e altro". Lui mi guarda stranito. Il giorno dopo lui e la sua famiglia vanno via, noi rimaniamo per un'altra giornata. La sera, alla sala ristorante, il loro tavolo è vuoto, il tavolo vicino alla piscina e al piano bar. Noi siamo sistemati in un angolo, un po' al buio. Non abbiamo messo mai più piede in quell'albergo. L'anno successivo scegliemmo qualcosa con una stella in meno, l'anno dopo ancora, una pensioncina. Tutto molto decoroso, ma senza pianoforte e senza Cavatina.

6 commenti:

  1. Gustosissimo questo tuo post e la Cavatina è stupenda, delicatissima e dolce, soprattutto nella versione per piano solo.
    Grazie di cuore, Bruno!!!

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  2. Lo conosco bene quel mare verdescuro, da casa mia in neanche venti minuti ci arrivo, sono cresciuta con lui...
    Ok, allora il cinque stelle l'hai provato, il tre stelle anche, la pensioncina pure, ti manca il campeggio, ce ne sono da favola, provare per credere ^_^
    E' un brano magico la Cavatina, si.Lo sto ascoltando ora... e mi emoziono.
    Sono felice che hai ripreso in mano il tuo blog. Mi è sempre piaciuto leggerti e mi mancavi.
    Ciao.

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    1. devo dirti che quel mare verdescuro già da tempo siamo riusciti ad apprezzarlo. poi, io, amo il mare in tutte le sue sfumature, colori, sapori. Il campeggio... mi manca! Un caro saluto

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  3. Ciao Bruno! Grazie a questo tuo articolo, sono andata a riascoltarmi la Cavatina e mi è tanto piaciuta che, sulla sua musica, ho fatto un post che pubblicherò o stasera o domani. Spero che non ti dispiaccia se ho preso spunto da te.
    Un abbraccio!!!

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