30/07/20

Benvenuto (è un off topic)

accordo, affare, aiutando

Dopo tanto tempo, in questo spazio, trovo un nuovo follower.
Benvenuto, Franco.
Non so perché tu abbia deciso di seguirmi, ti dico comunque che sono contento.
Sei capitato in una fase della mia vita di blogger un po' stagnante.
Da un lato, sto pubblicando a puntate un mio racconto lungo, in cui cerco di trasporre ciò che ho appreso in un corso di scrittura che ho seguito quest'anno.
Dall'altro, boh, non so, mi convince di più un social come facebook che è veloce, ha più utenti, la testimonianza è un'istantanea il cui valore si registra subito. O piaci, e sei subissato di like, o vieni ignorato.
Questo qui del blog mi pare il regno del silenzio. Non sai se e quanto tu sia seguito. Ci sono le statistiche ma quanto sono attendibili?
Nel silenzio, però, si possono ascoltare i piccoli rumori, le voci sommesse, i sussurri, i respiri.
Io questo spazio non l'ho mai veramente abbandonato. Ci sono affezionato non sai quanto.
Una consulente nella comunicazione strategica, in un periodo in cui m'illudevo di poter diventare famoso nella rete, chissà per quali meriti, poi, mi disse che questo blog era praticamente una ciofeca. Povero, anonimo. Mi suggerì di utilizzare wordpress. Così ho un profilo anche di là. Abbandonato. Questo rimane il mio posto silenzioso, dell'anima. Povero, anonimo e per questo libero. 
C'è stato un periodo in cui i miei post erano molto letti e avevo tanti commenti.
Mi sentivo importante, utile.
Era il periodo successivo al mio matrimonio e a un trasferimento per lavoro. Mi sentivo solo, in una città che non era la mia, con un lavoro che non era tagliato su di me. Il blog fu la mia valvola di sfogo e capii che potevo incidere qualcosa nella vita degli altri. Ho messo a disposizione le mie competenze ma anche le mie fragilità, talvolta, quando avevo bisogno di consigli. 
Ho incontrato alcune persone, qui, e alcune di esse sono diventate anche amiche non virtuali. Non ci siamo mai visti di presenza ma ci sentiamo al telefono. Sono state persone importanti nella mia vita. Una l'ho persa. A lei dedicherò un libro che sto scrivendo. Un'opera folle che mi ha impegnato negli ultimi cinque anni. Un thriller, una cosa che non so se sia una merda o una roba preziosa. La sto correggendo. Poi, chissà.
Nel frattempo, la mia famiglia si è ampliata. Ho quattro figlie, la più piccola ha quasi un anno, il lavoro è diventato più calzante, e scrivo molto su facebook, cazzate, perlopiù, oppure brevi riflessioni su una pagina "psicologica". Scrivere in rete per me non ha un valore commerciale. Mi sostengo economicamente col mio lavoro, un lavoro da dipendente e non ho bisogno di farmi pubblicità, questa è un'altra cosa che mi fa sentire libero di scrivere ciò che voglio.
La mia vita è come un treno regionale. Non è veloce, talvolta fa dei ritardi mostruosi, ma arriva a destinazione. Soprattutto, consente al passeggero, cioè io, di gustare ciò che attraversa. Sono molto attento a ciò che mi circonda, registro le cose più nascoste, i particolari dei paesaggi, i particolari delle persone. Ma non sono un precisino, o un paranoico, registro, tutto qui. E raramente serbo rancore se qualcuno mi offende. Registro e cambio aria, semplicemente. 
Amo il tennis e sono un perenne principiante. Ultimamente c'è un tizio, bravo, che uscito da un infortunio, palleggia con me. Ancora non mi ha dato picche. Dice che gli piace giocare con me. O è pazzo, o è innamorato o è uno di quei visionari che scorgono il buono nelle persone anche se il buono non si vede mica tanto. Magari ha visto qualcosa di buono nei miei colpi. Forse nel dritto a sventaglio, che faccio decentemente.
Mi piace cucinare, poche cose, specie siciliane, perché pur abitando a Verona, io nasco a Palermo e credo morirò lì.
Canto discretamente. Mia nonna era convinta che sarei diventato un anchor man, un uomo di spettacolo. Suppongo che anche lassù non abbia smesso di sperarci. 
Ecco, questo sono io.
Ti ringrazio per avermi scelto, e ti abbraccio.
Ne approfitto per abbracciare caramente chi viene qui a sbirciare. Non è un abbraccio ipocrita. Una volta scrissi che la cosa più onorevole per un uomo è entrare nella vita degli altri rispettandola. Ecco, chi mi legge è entrato nella mia e vi rimarrà.
Ciao, Bruno

15 commenti:

  1. Sei un viaggiatore, uno che ama viaggiare. Hai un rapporto personale, unico con ciò che incontri. Hai bisogno degli altri ma anche non ne hai bisogno, dipende. Dipende dai momenti, da come tira l'aria, da come vanno le cose, come tutti. Sei una persona normale ma anche speciale. Sei uno che ama divertirsi ma anche far del bene agli altri.
    E io sono qui a dirti che secondo me non sei poi così male come a volte pensi.
    Buona vita e scrivi, scrivi anche qui quando ne hai voglia, che ti leggo sempre volentieri quando racconti qualcosa di te.

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  2. Giorgio, grazie. Amo viaggiare. Ti confesso che viaggerei volentieri da solo, perdermi, scoprire, scoprirmi. Questo dualismo tra desiderio di contatto e di solitudine, sì, mi caratterizza. Un abbraccio

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    1. Come prima cosa ti dico che questo tuo "viaggiare da solo, perdermi, scoprire, scoprirmi" mi ha fatto venire in mente pari pari il mio lungo percorso di analisi personale, il viaggio più importante della mia vita che da adolescente timido e un po' sperduto mi ha reso consapevole di chi sono davvero.

      Il "dualismo tra desiderio di contatto e solitudine" mi ha fatto venire in mente un episodio di 30 anni fa quando avevo più o meno la tua età. Ero single, avevo un'amica, parliamo e scopriamo che entrambi, che amavamo molto la nostra libertà, desideriamo andare un fine settimana in un posto tranquillo in montagna. Decidiamo di andare in auto insieme e prenotiamo due camere separate in un albergo. Una volta giunti in albergo ci accordiamo che quando uno dei due avesse voglia di stare con l'altro anche solo per un pranzo o una merenda, l'avrebbe detto all'altro che doveva sentirsi assolutamente libero di dire: ok, oppure no, non ne ho voglia, senza che l'altro si offendesse. Così facemmo e ti giuro che sono stati tre dei più bei giorni della mia vita: la libertà di stare da soli anche se sei insieme ad un altro unita al piacere di stare con l'altro quando entrambi ne avevamo davvero voglia. Uno sballo!

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    2. Ecco perché molti matrimoni si salvano con le camere separate! Scherzi a parte, "la libertà di stare da soli anche se sei insieme ad un altro" è, credo, una delle chiavi del benessere, al contrario "la constatazione di stare da soli anche se sei insieme ad un altro" è una, forse la più grossa chiave del malessere. Grazie Giorgio, che bello questo scambio

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  3. Ecco, è proprio per quelle belle cose che scrivi nei post che, di tanto in tanto, vengo qui, in questo tuo "angolino dell'anima", a vedere se c'è qualcosa di nuovo... E scoprire che c'è, e leggerlo, è sempre un vero gran piacere. Grazie!
    Paola

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  4. Sono una nuova seguace del tuo blog.Mi piace come scrivi.Io sono friulano/slovena,amo la mia terra e sono bilingue.Ti aspetto nel mio blog,OLga

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    1. Io amo le terre di confine, le adoro. Come adoro la tua zona che non sono mai riuscito a visitare. Vorrei abitare lì, nella Slovenia ex italiana, posti meravigliosi. Io, come persona, mi sono sentito sempre una persona di confine. Forse perché l'isola (sono nato in Sicilia) è tutto un confine con l'infinito... A presto, cara Olga, visiterò il tuo blog

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  5. Ti leggo qui da tanto, ogni tanto commento, ogni tanto invece mi sembra di non aggiungere valore a quanto scritto e preferisco tacere.
    Condivido molti dei tuoi pensieri di questo post.

    Anche il mio blog, che si barcamena con pochissimi post per anno, è un "posto silenzioso, dell'anima. Povero, anonimo e per questo libero", Hai usato le parole più giuste per descriverlo. Beh, forse povero e anonimo no, ma libero tanto e mio in maniera assoluta. Non ho mai avuto pretese di notorietà nella blogosfera, non nego che comunque le manifestazioni di apprezzamento ricevute per qualche mio scritto abbiano fatto piacere.
    Nel posto mio manco da un po' principalmente per carenza di tempo "da dedicarmi", sempre più perso dietro a consegne, progetti e battaglie. E le settimane passano veloci, poi i mesi. A volte mi guardo indietro con la sensazione di non stare gestendo al meglio questo mio tempo, penso con un minimo di nostalgia ai primi anni, quelli dei 60 post all'anno, alla spensieratezza della scrittura come valvola di sfogo, alla quantità di commenti ricevuti ed inviati. Magari torno, mi dico. Poi non ci riesco. Via altri lavori, progetti, consegne, settimane e mesi.

    Rimangono immutati quei sottili legami, quei rapporti fatti di parole scritte con qualcuno con cui hai condiviso emozioni e pensieri. E tu, anche se da quanto leggo rimani una solenne pippa a tennis, sei uno di quelli.

    E il racconto lungo a puntate mi sta piacendo proprio parecchio.

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    1. Chissà, un giorno ti potrò dire in faccia quanto ci tenga ai tuoi feedback. Soprattutto quelli tennistici.

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  6. Io sbircio sempre, Bruno: il tuo blog non è affatto una ciofeca e ti dico GRAZIE per questa tua autenticità!!!

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  7. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  8. Ciao, Bruno.
    Come al solito, arrivo sempre tardi... se tu sei un treno regionale, io sono un treno accelerato, uno di quei vecchi treni che - a dispetto del nome - erano lentissimi!
    Che piacere però arrivare in questa stazione e leggerti! Un po' perché mi è sempre piaciuto quello che scrivi, e un po' per quell'effetto nostalgia che mi prende ricordando i tempi (pochi anni fa, ma sembra molto di più) in cui ci siamo incontrati nei nostri blog, quel periodo in cui c'era tanto più tempo e tanta voglia di scrivere. In effetti mi sento di sottoscrivere totalmente quello che ha scritto Dreaming and running nel commento qui sopra... a parte la competenza tennistica, per il resto potrei averlo scritto io.
    E anch'io, come sai, ho il mio posto silenzioso e poco frequentato, ma così importanti per me. Penso spesso a quanto mi piacerebbe tornare a scrivere, che significherebbe avere il tempo per farlo, e la testa libera, e il morale giusto, e meno stanchezza... ma tant'è, questa è la vita che mi sono scelto, e si va avanti. Poi la poesia è una cosa strana: a volte ti abbandona, e ti senti come se non avessi più niente da dire; poi ritorna, di colpo, e ti senti dentro un'urgenza che non puoi trattenere, e allora il tempo lo trovi, magari rubandolo al sonno... chissà.
    Che piacere passare di qui, Bruno, che piacere.
    Ciao.

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    1. Io passo da te di tanto in tanto. Sei una delle persone cui sono più legato e anche un ciao mi tranquillizza (sono un ansioso). Dunque, grazie Attanasio di essere passato. Torna a scrivere! Un abbraccio

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